Daniele Semeraro

Giornalista

Se nei videogames si iniziasse a promuovere la pace, non la guerra

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E se nei videogames s’iniziassero un po’ di più a promuovere la pace e la volontà di un mondo migliore, invece della violenza? Come tutti sappiamo, tra i videogiochi che vendono di più (e che piacciono di più) ce ne sono sempre molti che riguardano (da vicino o da lontano) la violenza. A partire dalla prossima settimana Advanced Micro Devices (Amd) ha annunciato un progetto destinato ai bambini che vogliono imparare a costruire videogiochi; la particolarità è che i videogames in questioni andranno a promuovere messaggi sociali come la lotta alla povertà o la protezione dell’ambiente che ci circonda.

Il progetto è chiamato “Changing the Game” (”cambiando il gioco”, appunto) e oltre al messaggio sociale darà la possibilità a bambini e ragazzi di iniziare a farsi un vero e proprio curriculum nel campo dello sviluppo di software e videogiochi. Non è tutto: sempre la prossima settimana Microsoft presenterà il primo gioco educativo tutto dedicato all’ambiente e sviluppato dai ragazzi della scuola secondaria americana che hanno partecipato all’iniziativa “Microsoft Imagine Cup”. Insomma: qualcosa inizia a cambiare sul fronte dei videogiochi?

Due tra le più grandi aziende che progettano processori e software, Amd e Microsoft, appunto, iniziano almeno un po’ a pensare alla difesa dei valori come la vita, la solidarietà, la natura. E la cosa interessante è che cercano di coinvolgere bambini e ragazzi, che sono poi i primi fruitori di videogiochi. “Abbiamo la grande opportunità – ha spiegato il presidente di Amd Dirk Meyer – di sfruttare la passione che i ragazzi hanno nei confronti dei videogiochi insegnando loro ad essere vincenti anche nel ventunesimo secolo”.

Insomma, due belle iniziative (non sono le uniche, esistono anche numerosi incontri internazionali di sviluppatori che si occupano di videogiochi “positivi” – ma di certo quando due aziende di questo calibro prendono delle decisioni simili riescono a fare “molto rumore”) che ci portano a una domanda: se iniziassero a circolare un po’ più di videogiochi ispirati ai buoni sentimenti e al rispetto del prossimo… riusciremmo a cambiare almeno un pochino in positivo?


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