Daniele Semeraro

Giornalista

Diario di viaggio in Ucraina: giorno 6

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Giovedì 7 febbraio 2008

Ucraina6

(Io e il traduttore-accompagnatore Oleksiy su un lago ghiacciato)

Siamo arrivati ahimé all’ultimo giorno. Dico ahimé perché questi giorni mi sono divertito un mondo, mi sono rilassato (anche se ho lavorato tantissimo, in continuazione direi) e ho staccato dalla vita romana e dalla routine.

Ma lo sapete che il municipio di Kiev è un posto davvero lussuosissimo? Sono stato stamattina per un’intervista alla vicesindaco (il sindaco sfortunatamente è in ospedale in questi giorni) perché sia lui (il sindaco) che lei (la vicesindaco) fanno parte dell’Embassy of God. Insomma questa vicesindaco donna ha un ufficio spettacolare, che quasi stona non dico con la povertà, ma comunque con l’austerità della società ucraina. Da notare, ovviamente, la bellezza disarmante delle due segretarie della vicesindaco, che – forse convinte dalla nostra bellezza – ci hanno promesso un’intervista telefonica col sindaco.

Dopo l’intervista insieme a Jan e Oleksiy ci siamo detti soddisfatti e abbiamo deciso di concludere il nostro reportage riposadoci, passando da un café all’altro e ridendo e scherzando come non avevamo potuto troppo fare durante questa settimana. Durante la serata in realtà avevamo programmato una “grande festa”, ma alla fine alcuni amici dei francesi ci hanno dato buca, Oleksiy doveva portare alcuni amici/amiche e non è più venuto… e così ci siamo ritrovati insieme ai nostri colleghi francesi (Prune e Cyril) prima in una brasserie belga (ah, il Belgio…), e poi dopo una lunga camminata per le gelide vie di Kiev abbiamo deciso di trascorrere un po’ di tempo a casa a parlare del più e del meno e del mio tesserino da giornalista (sono rimasti sbalorditi quando gli ho raccontato le difficoltà dell’esame di stato).

Last but not least, tra un bicchiere di whiskey e un altro ho finalmente assaggiato il famoso pesce che si vende in bustine in ogni angolo della strada. Non chiedetemi cos’è perché non saprei dirlo, si tratta di un pesce fatto seccare e messo sotto sale che si mangia a morsi. L’odore, una volta aperta la confezione, non è esattamente quello che ci si aspetta, anzi sembra abbastanza schifoso. Ma mi ero ripromesso di mangiare sempre cose “tipiche”, e così mi sono fatto coraggio e l’ho assaggiato. E devo dire che alla fine (molto alla fine) è stato anche buono.

Il viaggio sta volgendo al termine, ed è quasi ora di trarne le conclusioni. Quello che penso questa sera è che è stato un viaggio davvero interessante, che mi ha dato un sacco di esperienza in termini sia di giornalismo (all’estero spesso tutto funziona molto diversamente che da noi) che di lingua inglese, che proprio di vita. Un viaggio che mi ha fatto appassionare ai Paesi dell’Est europeo, che non avrei mai e poi mai visitato se non avessi avuto quest’occasione. Domani si parte e Kontractova e Maidàn (due piazze importanti qui a Kiev) saranno a breve solo un lontano ricordo… un ricordo che però rimarrà nel mio cuore come una grandissima e specialissima esperienza.


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