Daniele Semeraro

Giornalista

Gli italiani e il Crocifisso


Dopo alcuni giorni fuori città lontano dalle notizie dell’ultim’ora, dalla spicciola polemica politica e dall’aggiornamento continuo delle notizie tipici di una giornata per me normale torno e trovo (ieri mattina, 4 novembre) che l’attenzione mediatica è tutta spostata verso la decisione della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo, che ha accolto l’istanza di un genitore italiano contro il Crocifisso nelle aule scolastiche. E vedo – come sempre in questi casi – la grande crociata della Chiesa italiana (giustamente, è il suo “lavoro”) ma anche di politici dei più diversi schieramenti contro l’Unione Europea. Tutti – anche quei politici che vanno a donnine o che bestemmiano tutto il giorno e non vanno mai a Messa – a difendere il Crocifisso, uno dei valori fondanti del nostro Paese e della nostra cultura.

D’accordissimo col fatto che il Crocifisso sia un simbolo importante per il nostro Paese. Ma perché tanto scalpore, perché ha così tanta importanza? Non ha molta più importanza il fatto che le generazioni di bambini e ragazzini che il nostro Paese sta tirando su a forza di X Factor e Grande Fratello siano sempre più povere culturalmente? Quanti politici pensano che i ragazzini a scuola guardino in continuazione il Crocifisso? Per molti – a cui non viene spiegato il significato – è solo una decorazione, e poco altro. E allora perché non pensare di eliminare l’ora di religione – che francamente non serve assolutamente a niente – e inserire invece un’ora di studio delle religioni?

Ho frequentato la Lumsa, e ricordo con molto piacere che tra i quattro esami obbligatori di Teologia ce n’era uno (il primo) in cui venivano illustrate tutte le religioni e le varie differenze tra di esse. L’ho trovato un esame molto molto interessante che mi ha dato le basi per iniziare a capire le altre culture e le altre religioni, e quindi a rispettarle. Tra l’altro, guardandola da un altro punto di vista: perché obbligare i bambini “stranieri” (ma spesso del tutto italiani) di altre religioni ad adeguarsi a noi?

Allora, a mio sommesso avviso, l’ora di religione potrebbe essere sostituita con un’ora di studio della società. Studio delle religioni, studio della Costituzione, studio della legalità, studio – insomma – del buonsenso e del modo di comportarsi e di stare al mondo. E poi un ultimo consiglio (non richiesto, è chiaro) alla nostra classe politica, sempre più lontana dai bisogni veri della gente. Parlate di come uscire dalla crisi che ha lasciato sul marciapiede tanti giovani bravi e preparati. Affrontate i problemi della società e delle famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Affrontate il problema dei tanti ragazzi che scappano e vanno a lavorare all’estero. Perché questi problemi – Crocifisso o no, e lo dice un cattolico – sono sempre lì.


Una risposta a “Gli italiani e il Crocifisso”

  1. Avatar fab

    il crocifisso si può togliere ; ma non con le motivazioni date dalla Corte per cui sarebbe una minaccia alla libertà religiosa e al diritto dei genitori di scelgiere come educare i figli
    Se qualcuno si sente minacciato dalla presenza del crocifisso il problema risiede in lui e non nella croce

    Negli scontri ideologici tra integralismo laicista e cattolico il crocifisso è solo un espediente

    L’Europa fessa contro il crocifisso nelle scuole.

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