Daniele Semeraro

Giornalista

Il genio che incanta il grande pubblico



ROMA – La lettera ‘K’, che molto spesso vediamo seguita da un numero quando ascoltiamo un brano di musica classica, indica che ci troviamo di fronte a un’opera scritta dal genio di Mozart. ‘K’, infatti, è la lettera che identifica lo sterminato catalogo (elaborato da Ludwig Ritter von Köchel, da qui la ‘K’) delle opere di Wolfang Amadeus Mozart, il musicista e compositore tedesco più conosciuto e apprezzato al mondo. Anche quest’anno l’Accademia di Santa Cecilia di Roma ospita, nella splendida architettura – e acustica – dell’Auditorium Parco della Musica realizzato da Renzo Piano, il “K Festival”, un appuntamento con 15 serate che alternano non solo musica, ma anche film e spettacoli teatrali (tra questi la danza dei dervisci rotanti con musiche ispirate all’Oriente), una vera e propria full immersion nel mondo di Amadeus. La manifestazione è dedicata ai grandi cultori, ma soprattutto alle fasce giovanili degli appassionati e a coloro che non si sono ancora accostati alla musica classica (il prezzo del biglietto, infatti, è di 5 euro per i ragazzi fino a 30 anni, 9 euro per gli adulti, e i concerti non durano più di un’ora): “Non solo rare esecuzioni musicali – spiega Bruno Cagli, presidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia – ma introduzione al mondo del grande musicista, analisi dei suoi personaggi, attraversamenti delle sue composizioni magiche che rendono ancora oggi la sua arte speciale e irripetibile”. E dopo il grande successo dell’anno precedente, che ha coinvolto oltre 25mila spettatori, tra le proposte di quest’anno tanti capolavori mozartiani nelle interpretazioni di artisti di fama internazionale, preceduti da brevi introduzioni e spiegazioni condotte ogni sera da un ospite dello spettacolo e della cultura, per fare apprezzare ancora di più la straordinaria tecnica compositiva. Tra le opere più interessanti proposte quest’anno, l’ouverture del Flauto Magico (K 620) e delle Nozze di Figaro (K 492), la sinfonia n. 31 “Parigi” (K 297), la sinfonia concertante (K 364). Tra i concerti più affollati, sicuramente quello dello storico duo Bruno Canino e Antonio Ballista, che, diretti da Frans Brüggen, direttore e flautista olandese, uno tra i più apprezzati filologi degli anni Settanta, hanno eseguito il “Concerto per due pianoforti e orchestra K 365”, che Mozart scrisse per se stesso e sua sorella Nannerl, in un’intesa a dir poco straordinaria. Ascoltare quest’opera è come guardare dei personaggi che si muovono su una scena, in un perfetto contrappunto, quasi un dialogo, tra i due pianoforti.
È certo che nei prossimi mesi sentiremo sempre più parlare di Johannes Chrysostomus Wolfangus Theopihus Amadeus Mozart (ma noi possiamo anche chiamarlo Wolferl, com’era soprannominato affettuosamente da bambino) perché nel 2006 ricorre il duecentocinquantesimo anniversario della sua nascita. Il ‘K’ festival di quest’anno è un po’ il precursore dei tantissimi eventi dell’anno prossimo, e già nei negozi di libri e musica stanno uscendo diversi titoli per comprendere ancora meglio la figura di questo genio, che portò a maturo sviluppo ogni genere musicale esistente nel Settecento. Scrisse centinaia tra opere, messe, sinfonie, concerti, serenate, sonate, utilizzando uno stile e una vivacità sempre costanti, con perfetta naturalezza e musicalità. Un compositore che per noi è quasi l’icona della musica classica, essendo uno dei pochi ad uscire dalla cerchia dei “musicofili” per approdare alla gente comune.

Nella foto: Ritratto postumo di Mozart, di Barbara Krafft (1819)


Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.