Daniele Semeraro

Giornalista

La Ap cambia le regole per l’utilizzo nei blog delle proprie notizie. E impazza la polemica

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È polemica nella blogosfera, soprattutto quella americana, per la decisione dell’Associated Press (Ap), una delle più importanti agenzie di stampa del mondo, di stilare delle linee guida per l’utilizzo dei suoi articoli all’interno di siti e blog. La decisione, unica nel suo genere, vuole stabilire per la prima volta e in maniera chiara quanta parte di articoli è possibile riprodurre liberamente e gratuitamente senza andare a infrangere i copyright.

La Ap, un po’ come l’Ansa in Italia, è una cooperativa di circa 1.500 aziende editoriali di tutto il mondo (tra queste c’è anche il New York Times, solo per fare un esempio) e fornisce ai propri abbonati (l’abbonamento costa migliaia di dollari l’anno) notizie in tempo reale su quello che accade in tutto il mondo. Perché giornalisti e aziende editoriali devono pagare così tanto, e i blogger invece possono pubblicare liberamente tutto ciò che vogliono? Questo, un po’, il ragionamento dei vertici dell’agenzia.

“Tagliare e incollare lunghe porzioni di testo scritte dai nostri giornalisti non è quello che vogliamo vedere – spiega un responsabile dell’Ap – e a chi ci dice che questa è lo spirito di internet, noi rispondiamo che lo spirito di internet in realtà è linkare ai contenuti originali, in modo che le persone possano leggere i contenuti laddove sono stati scritti”.

Insomma, in attesa che l’Ap decida esattamente quali saranno le linee guida per citare i suoi articoli, sono moltissimi i blogger (famosi e no) che stanno protestando per la decisione. Come TechCrunch, ad esempio, dove è stato deciso che se la situazione rimarrà tale non saranno postate più notizie che provengono dalla Ap.

“Eccola la nostra nuova politica sulle notizie della Ap – si legge in un post molto polemico che ha fatto il giro del mondo – per noi non esistono. Non le vediamo, non le citiamo, non le linkiamo. Sono escluse dal nostro sito fino a quando non abbandoneranno questa strategia, e incoraggiamo anche gli altri a fare lo stesso finché questi tentativi ridicoli di evitare la diffusione d’informazioni in rete non cesseranno.

Che ne pensate? Libertà d’informazione più totale o rispetto per le regole del copyright?


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