Daniele Semeraro

Giornalista

Nuovo attacco della Gdf contro il phishing delle Poste


I tentativi di phishing continuano a moltiplicarsi a macchia d’olio, tant’è che chiunque abbia una casella di posta elettronica viene sommerso, ogni giorno, da decine e decine di false e-mail di istituti di credito, e in particolare di Poste italiane, che chiedono all’utente di andare su un sito (esattamente riprodotto come quello originale) e inserire i propri dati personali, come numero della carta e password. E se l’utente “ci casca” (così come accade puntualmente a centinaia di persone ogni giorno), dopo pochi istanti nella maggior parte dei casi ci si ritrova la carta di credito completamente vuota.

La Guardia di Finanza ha annunciato di aver “individuato 18 cittadini italiani e otto stranieri” (dell’Est europeo, ma regolarmente residenti in Italia) che “sfruttavano le credenziali personali di accesso ai servizi di home banking di clienti di ‘Poste itailane’, carpendole fraudolentemente in risposta all’invio casuale di e-mail apparentemente provenienti dal proprio istituto di credito”.

L’hacker informatico del gruppo, spiegano i militari, “durante l’interrogatorio ha confessato di aver inviato i messaggi di posta elettronica, simulandone la provenienza da parte di ‘Poste italiane’, facendo confluire le credenziali di accesso su caselle di posta elettronica di provider operanti in Italia ma con server all’estero. Successivamente entrava nei conti correnti degli utenti frodati e li svuotava, trasferendo le somme presenti su carte Postepay appositamente attivate dai membri dell’organizzazione”.

Nel corso delle perquisizioni la Gdf ha sequestrato computer portatili, supporti rimovibili di archiviazione, schede magnetiche utilizzabili per impostare carte di credito e bancomat, centinaia di carte di credito e carte prepagate di vari istituti bancari, carte postepay, documenti falsi e telefoni cellulari di ultima generazione.

La cosa più importante, in ogni caso, è la prevenzione. Per questo per qualsiasi dubbio vi invitiamo a consultare (e far consultare a tutti coloro che non sono “superesperti” di internet e computer) i siti delle forze dell’ordine o di iniziative mirate, come ad esempio “Buonsenso in tutti i sensi”, di cui abbiamo parlato qualche tempo fa.


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