Daniele Semeraro

Giornalista

“In internet ci sono troppe distrazioni, e in questo modo non stiamo preparando i nostri figli per il futuro”

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Ogni giorno se ne sente una, dal punto di vista del comportamento delle persone in rete. Questa volta partiamo da un articolo abbastanza particolare, che spiega come i servizi del Web 2.0 portino molta distrazione, soprattutto a chi dovrebbe utilizzare la rete per studio o lavoro. Secondo un gruppo di ricercatori, facciamo notte per studiare, frequentiamo tutti i corsi all’università, ci facciamo il mazzo… ma poi ci perdiamo in un bicchiere d’acqua utilizzando YouTube, Facebook, Digg, Neatorama, eBay, Flickr, Amazon (e così via). Per non parlare dei siti porno o dei giochi online.

Secondo l’articolo, insomma, ogni volta che stiamo lavorando e che ci sentiamo stressati o oberati dal lavoro, ecco che con pochi click capitiamo quasi senza volerlo su siti assolutamente inutili che sono divertenti ma ci fanno perdere un mucchio di tempo. Secondo questa scuola di pensiero, “internet è uno strumento incredibile per quanto riguarda la produttività e offre l’accesso a una mole immensa di informazioni. Ma distrae troppo. E rende la concentrazione sul lavoro sempre più difficile da ottenere”.

La distrazione, si legge ancora, non è come un ostacolo che possiamo evitare quando siamo in macchina; ma è come un batterio resistente alle medicine: appare e riappare senza che possiamo fare niente. Il problema è che non solo questa “scuola di pensiero” si rivolge agli adulti, ma anche ai più piccoli. Secondo loro, infatti, tutti pensano a preparare i figli per il loro futuro donando loro computer o portandoli in scuole dove viene insegnata l’informatica.

Ma poi spesso i ragazzi si distraggono e iniziano a guardare siti che con la scuola c’entrano poco, oppure iniziano a giocare. Insomma, cosa bisognerebbe fare, allora? In nome di questa “distrazione” dovremmo vietare a bambini e ragazzi di utilizzare il computer? Questo – a mio giudizio – li porterebbe ad avere poi un enorme digital dvide sul mondo del lavoro. Che ne pensate? Notate anche in voi e nei vostri figli questa particolare distrazione?


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