Daniele Semeraro

Giornalista

Giornalismo che cambia: il sito del New York Times diventa gratuito


“Non so davvero se stamperemo ancora il Times tra cinque anni, e, se vuole proprio saperlo, non me ne importa. Internet è un posto meraviglioso e noi lì siamo leader. Quello che conta davvero è la capacità di produrre informazione di qualità. La vera sfida è l’impegno con cui facciamo il giornalismo”.

Lo aveva annunciato qualche mese fa il presidente ed editore del New York Times Arthur Sulzberger Jr, dichiarando anche che la fusione tra redazione “cartacea” e “web” stava per avere inizio.

Nell’ottica di questo rinnovamento il New York Times ha annunciato che entro breve non farà pagare più l’accesso per leggere “alcuni articoli”, facendo sostanzialmente un passo indietro nei confronti di un piano di marketing iniziato due anni fa. Il motivo della decisione è che aprire l’accesso ad articoli e commenti permetterà una maggiore raccolta pubblicitaria.

Il vecchio programma, chiamato TimesSelect, chiedeva ai lettori di pagare 49.95 dollari all’anno (o 7.95 al mese) per leggere i commenti e le opinioni dei principali commentatori e opinionisti del giornale. Ora, invece, tutto il sito sarà fruibile gratuitamente, compreso l’archivio con gli articoli dal 1987 ad oggi e dal 1851 al 1922.

Il programma fino ad ora ha raccolto più di dieci milioni di dollari all’anno, ma, spiegano dall’ufficio marketing, il futuro ci dice che sempre meno gente vuole pagare per leggere ciò che può trovare gratuitamente altrove, mentre invece la pubblicità in rete è in forte crescita. In questo modo gli introiti, oltre da un maggior numero di pagine viste, potranno arrivare anche da link da altri siti o da motori di ricerca.

Il New York Times era rimasto ormai praticamente l’unico giornale a far pagare ai propri lettori per leggere su internet i commenti e gli articoli principali. Il mondo, invece, va nella direzione opposta, con gli incrementi pubblicitari in continua ascesa. Tanti quotidiani si stanno attrezzando nella stessa direzione. Anche il CdR di Repubblica, solo per citarne uno, poco tempo fa ha dichiarato che redazione del giornale cartaceo e redazione web dovranno per forza unirsi, perché è lì che si andrà a finire entro breve.


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