Daniele Semeraro

Giornalista

Internet collasserà nel 2010. O no?

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Ultimamente sono in molti a parlare di una vicina morte (o collasso) di internet, dovuta al traffico eccessivo. Ultimamente sta facendo molto scalpore una ricerca pubblicata dal quotidiano statunitense Usa Today secondo cui l’utilizzo massiccio della banda larga e dei contenuti multimediali porterà a un deterioramento sempre maggiore dei cavi telefonici e, quindi, dell’intera rete.

Basti pensare che solo YouTube, che fino a un paio di anni fa non conosceva nessuno, genera ogni mese 27 Petabyte (che non è una parolaccia, ma sono la bellezza di 27 milioni di gigabyte). Secondo la ricerca, proprio intorno al 2010 potrebbe esserci il collasso. Un collasso che ci porterà indietro nel tempo, ai vecchi anni dei modem dial-up, tanto che numerosissime persone, non sopportando la lentezza, abbandoneranno del tutto questa tecnologia. Ovviamente, si legge, se saranno fatti gli investimenti opportuni, soprattutto nel migliorare le linee, tutto questo non avverrà.

Ma siamo sicuri che è tutto vero? E che queste ricerche non sono pilotate? Il dubbio viene, approfondendo in giro per la rete. Sentire comune è che questi allarmi provengano sempre da parte di certe lobby dell’industria delle telecomunicazioni, con l’intento di spingere i governi nazionali a investire sempre di più nelle infrastrutture di rete, per potere magari un po’ risparmiare sui costi (già previsti) dei prossimi anni.

In questo caso, leggiamo sul sito Broadband Reports, la ricerca è stata finanziata, tra gli altri, dall’Iia (l’Internet Innovation Alliance), gruppo facente capo al colosso delle telecomunicazioni At&t. Per ricapitolare: sicuramente il rischio di un collasso di internet esiste, ma probabilmente l’allarme è stato dato in modo molto esagerato per cercare di convincere i governi a fare di più per le infrastrutture di rete. Avete qualcos’altro da aggiungere? Sarei molto interessato a sapere qual è la vostra opinione in merito a questo argomento.


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