Daniele Semeraro

Giornalista

Riflessione su YouTube e la tragedia finlandese


Di sicuro avrete sentito della tragedia avvenuta due giorni fa a Tuusula, in Finlandia, dove uno studente ha ucciso nove persone, tra cui la direttrice della propria scuola, e ha ferito decine di studenti. Una vicenda terribile, annunciata con un video pubblicato su YouTube. Un video – ormai rimosso – intitolato “Jokela High School Massacre” e pubblicato con la firma “Sturmgeist89″, in cui si vedono la scuola e poi un individuo che si mette in posa davanti alla telecamera con un’arma da fuoco. Una vicenda davvero terribile nel cui merito, ovviamente, non è compito di questo blog entrare.

Una cosa però la voglio dire, da giovane giornalista. In questi giorni in televisione e sui giornali – come spesso accaduto già in altre vicende simili – non si fa altro che commentare e parlar male di YouTube, di internet e dei social network. Una pratica, lasciatemelo dire, inaccettabile: le stragi non avvengono perché esistono siti che permettono di caricare online i propri video. YouTube, insomma, non è quel luogo terribile e pieno di sesso, droga e violenza che in tanti vogliono far credere.

Il sito, al contrario, non ha glorificato in nessun modo l’assassino, né lo ha aiutato a diffondere il suo messaggio di morte. Il diciottenne si è limitato a mettere online il video poco prima di aprire il fuoco contro i propri compagni di scuola. Accusare internet di aver aiutato la strage è come accusare le Poste (per fare un esempio) di aver trasportato da un mittente a un destinatario una lettera con minacce di morte. Il video, inoltre, è stato subito rimosso e l’account dell’utente è stato disabilitato. Certo, la domanda che in molti ci poniamo è questa: YouTube avrebbe dovuto fare qualcosa per evitare la situazione? Era responsabile e avrebbe dovuto lanciare un grido di allarme? Questo non possiamo dirlo.

Probabilmente un controllo preventivo non avrebbe aiutato a evitare la strage: ve lo immaginate se i dipendenti di YouTube dovessero guardare ogni singolo video, analizzarlo e riportare alle autorità giudiziarie tutti quelli anche lontanamente sospetti? Quanto tempo passerebbe da una segnalazione a un effettivo intervento degli agenti? Il sito, fanno notare in molti, è invece uno strumento aperto a tutti nel quale gli utenti si devono auto-moderare, d’accordo con la pratica sempre più diffusa su internet della democratizzazione dell’informazione. Sono curioso di sapere cosa ne pensate: siete d’accordo con questa riflessione, o credete che sia arrivato il momento di pre-censurarare tutti i video caricati sui server di YouTube&co.?


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