Daniele Semeraro

Giornalista

Sentenza italiana crea precedente nel mondo della tecnologia

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Un giudice di pace di Firenze, Alberto Lo Tufo, sta per diventare famoso in tutto il mondo per una sentenza, depositata poche settimane fa in cancelleria, che apre un precedente sul fronte dei software pre-installati nei computer nuovi. La storia è più o meno questa: un utente italiano che aveva acquistato un computer Compaq si è ritrovato sullo stesso – pur avendo specificatamente spiegato di non esserne interessato – Windows Xp e Microsoft Works.

Sul contratto di licenza (EULA) c’era scritto chiaramente che se l’utente non voleva avvalersi della licenza dei software pre-installati, poteva richiederne il rimborso al produttore. Strano ma vero, dopo una battaglia legale così è stato: il giudice ha dato ragione all’utente, che ha ricevuto indietro dalla casa produttrice del computer 90 Euro per Windows Xp e 50 Euro per Works (più ovviamente il rimborso delle spese processuali).

Inizialmente la Hp (proprietaria del marchio Compaq) aveva negato la possibilità di un rimborso, citando una fantomatica “inscindibilità tra struttura hardware e software”. Il giudice, invece, ha riconosciuto “la scindibilità tecnica tra struttura del computer e sistema operativo presente su di esso”, perché questi prodotti vengono dalla casa “direttamente installati apportandovi gli opportuni cambiamenti, tanto da dar luogo a una versione specifica dell’originale da considerarsi diversa da quella del produttore di hardware (Oem)”.

Una sentenza, dunque, che si può definire “storica” nell’eterna lotta tra case produttrici (che producono spesso e volentieri solo computer con software già installato e configurato) e utenti, che possono avere esigenze diverse da quelle degli utenti “standard” definiti dalle case produttrici. Siete d’accordo?


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