Daniele Semeraro

Giornalista

Quando l’amore fa CRACK

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Uomini italiani! Siete appena tornati dalle vacanze e avete dovuto correre da uno specialista per una frattura al pene? Non vergognatevi, siete in ottima compagnia! Per voi i consigli dello Stivale Bucato…

Quello che leggerete di seguito sembrerebbe, a prima vista, un articolo-bufala. Purtroppo, invece, non lo è. Anzi, i dati medici al suo interno contenuti vanno presi con molta molta serietà. La notizia, innanzitutto: di ritorno dalle ferie estive moltissimi uomini italiani si rivolgono a ospedali, punti di primo soccorso e medici specialistici a causa di un problema singolare ma assai comune: la frattura del pene. Si tratta, spiega un andrologo allo Stivale Bucato, della “lacerazione, più o meno grave, dell’involucro rigido chiamato tubica albuginea, dove si gonfiano i corpi cavernosi”.

E a cosa sarebbe dovuto questo boom di fratture? I medici non hanno dubbi: al troppo amore durante le vacanze estive. Tra i casi più incredibili (eppure anche più comuni) che si trovano sui referti medici di ospedali e pronto soccorso figurano le fratture del pene per “rotolamento nel letto sopra la propria erezione” oppure per “caduta da biciclette o mountain-bike” o ancora in seguito alla “caduta della tavoletta del Wc sul pene eretto” fino al caso – limite – della “caduta accidentale notturna dopo essere inciampato sul cane che dorme a fianco del letto”. Non si tratta di storie fantastiche, ma l’argomento è stato trattato ampiamente durante l’ultima settimana, tanto da essere stato ripreso anche da molte agenzie di stampa.

“Le lesioni del pene – spiega ancora l’andrologo – possono avvenire in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza perché, non dimentichiamolo, l’organo genitale maschile, anche se ‘rigido’, è molto fragile. E gli uomini non dovrebbero dimenticarlo”. Se a questo, raccontano gli esperti, aggiungiamo che circa il sette per cento dei maschi italiani soffre di “curvatura del pene”, ecco che allora si spiegano i numerosi ricoveri di queste ultime settimane al pronto soccorso.

Ma la maggior parte delle fratture, continuano gli esperti, è dovuta a traumi derivanti da rapporti sessuali vigorosi nei quali l’uomo “perde il controllo della situazione”. In Italia sarebbero circa cento casi ogni anno: “Una precisa casistica nazionale – continua l’andrologo – non esiste, perché non vi è un monitoraggio condiviso di tutte le strutture sanitarie. Certo è che i casi di frattura del pene nei maschi italiani sono una realtà. Nella stragrande maggioranza dei casi questi sono il risultato di rapporti sessuali vigorosi con bruschi ‘disassamenti’ del pene durante il rapporto, più frequente in uomini non sposati. Ma, in generale, ogni trauma subìto dal pene in erezione è a rischio per determinare una lacerazione dell’albuginea: il pene in erezione – conclude l’esperto – è come un palloncino gonfio che, se pestato, esplode”.

Vogliamo, ovviamente, cercare di rassicurare tutti gli uomini affetti da questo brutto problema che ci stanno leggendo. Per questo ci siamo documentati per illuminarvi sul comportamento dei medici nel momento in cui sottoponiamo loro un problema simile. “Il primo procedimento è solo di osservazione – spiega all’Agi il dottor vincenzo Mirone, presidente della Società Italiana di Andrologia (Sia) – e si deve osservare se il trauma guarisce per cicatrizzazione, perché in questo caso può esserci un processo di fibrosi che può causare l’incurvamento del pene. Se l’organo si curva piú di 30 gradi – sottolinea il medico – può essere grave soprattutto per i rapporti sessuali, che sarebbero di conseguenza compromessi”. Tranquilli, tuttavia: prima di ricorrere alla chirurgia i medici prescrivono delle terapie per il processo fibrotico, come la ionoforesi, la laser-terapia e le onde d’urto. Solo se queste terapie non dovessero funzionare si utilizza allora la chirurgia corporoplastica, “per ridurre – spiega Mirone – le curvature dell’organo”.

Un suggerimento per i primi momenti dopo il trauma? “Il consiglio per chi dovesse avere un incidente di questo tipo in casa – conclude il presidente della Sia – è quello di mettere subito del ghiaccio sulla parte e contattare immediatamente un urologo o un andrologo. La tempestività in questi casi è fondamentale”.


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