Daniele Semeraro

Giornalista

New York, fa il solitario in ufficio: licenziato dal sindaco Bloomberg



Un dipendente del Comune è stato cacciato dal sindaco Bloomberg
che lo aveva sorpreso, in un momento di pausa, a “perdere tempo”

Licenziato perché giocava a “Solitario”
New York, sindaco contro le distrazioni

Edward Greenwood IX è diventato il simbolo di un’ingiustizia arbitraria
E nella Grande Mela da giorni non si parla d’altro

di DANIELE SEMERARO

NEW YORK – Il sindaco di New York, Michael Bloomberg non ammette distrazioni sul lavoro. Tant’è vero che ha licenziato un dipendente del Comune, sorpreso a giocare a “Solitario”.

Il primo cittadino repubblicano si trovava, infatti, a fare un giro di saluto e ringraziamento ai propri dipendenti. Al suo seguito, come sempre, numerosi giornalisti e fotografi. Nello stesso momento, Edward Greenwood, dipendente dell’Ufficio Studi Legislativi, si stava prendendo una (meritata, probabilmente) pausa dal lavoro. Utilizzando il proprio computer per giocare a “Solitario”.

Proprio in quell’istante, il sindaco si è avvicinato alla sua scrivania, ed Edward si è alzato per stringergli la mano. Uno dei fotografi ha scattato la foto, ma il risultato dell’immagine non è stato quello previsto: proprio dietro i due, infatti, c’era in bella vista il computer del dipendente, con la schermata aperta sul gioco elettronico.

“Mi ci sono messo solo durante la mia ora di pausa pranzo, avevo bisogno di staccare un attimo”, si è difeso l’impiegato, ma il sindaco non ha avuto pietà e lo ha licenziato: “I computer del Comune non possono essere utilizzati a scopo ricreativo o privato”, ha motivato Bloomberg.

Greenwood, che lavorava in quello stesso ufficio da sei anni e guadagnava 27 mila dollari l’anno, ha spiegato: “Non sono l’unico che, ogni tanto, si concede qualche distrazione. Mica ci stavo da tante ore davanti al gioco di carte… ero pieno di cose da fare e dopo una mattinata di duro lavoro, invece di andarmi a prendere un caffè, ho fatto una breve partita. Che male c’è?”.

Ma il sindaco è rimasto sulla sua posizione: “Mi aspetto che tutti i dipendenti di questa città lavorino duro – ha aggiunto – e non c’è niente di male a prendersi una pausa. Ma durante l’orario di lavoro questo non è il giusto comportamento da attuare alla propria scrivania”.

Intanto tra i numerosi dipendenti degli uffici della Grande Mela da alcuni giorni non si parla d’altro: sembra infatti che Edward IX sia diventato il simbolo di un’ingiustizia arbitraria, un uomo messo alla porta per aver fatto quello che milioni di altri impiegati fanno tutti i giorni.

Ma non è tutto, c’è un altro caso curioso attorno al malcapitato cittadino, il chiamarsi IX, “nono”, e cioè che da nove generazioni i Greenwood abbiano mostrato attaccamento al nome Edward: “Il primo della serie fu Edouard Boisvert, che emigrò dalla Francia nel Quebec canadese nel 1654 – ha spiegato l’uomo ai numerosi giornalisti che, in questi giorni, sono andati a trovarlo -. Un secolo dopo venne Edouard V che si trasferì in Massachussetts. Edward VI ebbe nove figli, Edward VII era un marinaio nella Seconda Guerra Mondiale, Edward VIII, mio padre, è andato in pensione dalle ferrovie ed è un musicista bluegrass. Poi ci sono io – aggiunge disorientato ai giornalisti, sperando che raccontando la sua storia possa almeno ricevere compassione dai propri concittadini – che oltre all’esperienza in Comune ho anche il diploma d’infermere, di meccanico di aerei e sono stato autista delle autolinee Greyhound. E poi, ovviamente, c’è mio figlio di tre anni. Indovinate come si chiama? Edward Decimo”.

(11 febbraio 2006)

(Nella foto: Il gioco per computer “Solitario”)


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