Daniele Semeraro

Giornalista

Solo su internet il giornale svedese più antico del mondo


Il “Post-och Inrikes Tidningar” ha iniziato le pubblicazioni nel lontano 1645
Il direttore: “Una scelta difficile, ma avevamo bisogno di attirare più lettori”

Va online il giornale più antico del mondo
Le rotative si sono fermate all’inizio del 2007

Ma l’editore assicura: “Stamperemo tre copie per tenere viva la tradizione”
di DANIELE SEMERARO

ROMA – Per secoli i lettori hanno sfogliato le grandi e corpose pagine dello svedese “Post-och Inrikes Tidningar” (PoIT). Dall’inizio del 2007, però, il quotidiano più antico del mondo, oltre 360 anni di storia, si è trasferito interamente online, lasciando alla versione stampata solamente tre copie, destinate alla biblioteche. Una decisione che ha suscitato lo scalpore di molti tra scrittori e lettori “affezionati” dell’inchiostro, che temono che anche altri antichi giornali possano fare la stessa fine: “È un disastro culturale – ha accusato Hans Holm, che ha lavorato come caporedattore per il PoIT per oltre vent’anni – ed è davvero una cosa triste vedere che adesso cambierà tutto”.

Nato nel 1645 per volere della regina Cristina, il “Post-och Inrikes Tidningar” è stato il giornale di riferimento per i lettori svedesi dalla fine del XVII e per tutto il XVIII secolo. Il numero dei suoi fedelissimi ha iniziato ad assottigliarsi a causa della nascita di alcuni quotidiani concorrenti, e dall’inizio XX secolo venne confinato al ruolo di giornale istituzionale e di annunci legali. Anche se il quotidiano non copre più informazioni generali da almeno 100 anni, l’Associazione mondiale della stampa, con sede a Parigi, lo considera ancora come il più vecchio ancora in pubblicazione.

“Si tratta di una tendenza naturale”, spiega il nuovo caporedattore del PoIT, Roland Hägglund. “Per noi è un momento appassionante, una nuova partenza, anche se alcuni rimarranno tristi dalla nostra decisione. Internet andrà a dare un soffio di modernità al giornale, che fino ad ora era disponibile solo per abbonamento. I nostri lettori – continua – cresceranno in modo esponenziale da tutto il mondo, e non importa che ci leggeranno gratuitamente. Sappiamo bene di avere un compito importantissimo: portare avanti un quotidiano, anche se in un’altra forma, che ha fatto la storia dell’informazione legale”.

“Furono la regina Cristina e il suo cancelliere Axel Oxenstierna a lanciare il giornale nel lontano 1645”, racconta il vecchio capo della redazione Hans Holm. “La pressione fiscale del governo svedese, che stava partecipando alla Guerra dei Trent’anni, aveva fatto cadere la popolazione in una grande miseria. La regina e il suo cancelliere, così, coscienti del malcontento che stava crescendo a dismisura nel regno, furono costretti a dare conto delle proprie azioni ai loro cittadini. All’inizio le prime edizioni erano più dei pamphlet che dei giornali, ed erano diffuse attraverso corrieri che affiggevano le copie in speciali bacheche nei centri cittadini”.

“Man mano che l’informazione diventava più accessibile – continua Holm – il PoIT ampliò la sua copertura nazionale e internazionale, aggiungendo anche informazioni relative a malattie, epidemie, tassi di cambio e bollettini meteorologici. Furono pubblicate anche poesie e racconti, mentre né foto né pubblicità hanno visto la luce tra le colonne del giornale. Nel secolo XIX diventammo un giornale interamente d’informazione, con un vero e proprio monopolio nel Paese. Poi arrivarono i concorrenti, soprattutto il quotidiano “Aftonbladet” che dal 1879 ci tolse un sacco di lettori, diventando il principale tabloid svedese. Così nella sua ultima versione il PoIT si specializzò in informazioni finanziarie per le aziende, sugli annunci legali e istituzionali e sulle questioni riguardanti la famiglia reale”.

Ultimamente, tra le tappe più importanti del giornale si ricordano il 1978, quando il quotidiano fu pubblicato in formato A4, e il 29 dicembre 2006, quando è uscita l’ultima edizione cartacea: 1500 copie di tiratura. Tra gli abbonati erano ormai rimasti solo le banche, i tribunali, gli avvocati, le amministrazioni locali e nazionali e le biblioteche. Il problema era quello di ridurre i costi e attirare più lettori, e così il Parlamento svedese ha optato per trasferire tutto online dall’inizio del 2007. Fino a dicembre il “Post-och Inrikes Tidningar” era proprietà dell’Accademia di Svezia, conosciuta in tutto il mondo perché assegna ogni anno i premi Nobel per la letteratura; con la svolta del quotidiano elettronico, invece, è passato tutto allo Scro (Swedish Companies Registration Office), un’agenzia governativa.

“Non tutto è perduto, stiano tranquilli i nostalgici”, ha dichiarato l’editore. “Ogni giorno verranno comunque stampate tre copie cartacee destinate alle biblioteche universitarie: così manterremo viva la tradizione”.

(6 febbraio 2007)


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