Daniele Semeraro

Giornalista

Tre algerini arrestati in Campania: "Terrorismo internazionale"



Operazione del Ros su richiesta della Procura di Salerno
I tre farebbero parte di una cellula jihadista internazionale

Tre algerini arrestati in Campania
“Terrorismo internazionale”

Le indagini svelano contatti con Londra, falsificazioni
di documenti e raccolta di fondi per finanziare il gruppo

di DANIELE SEMERARO

NAPOLI – Tre cittadini algerini, Yamine Bouhrama, Khaled Serai e Mohamed Larbi sono stati arrestati, questa mattina, dai carabinieri del Ros, su richiesta della Procura della Repubblica di Salerno. L’accusa per i tre è di appartenere a una cellula terroristica collegata al Gspc, il Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento algerino.

L’indagine investigativa del Ros “Full Moon” era iniziata già nel 2003 e interessava un gruppo di algerini domiciliati nel napoletano e ritenuti di “oggettivo interesse” investigativo, soprattutto per gli stretti rapporti che questi mantenevano con Serai Khaled, elemento del Gspc.

Le accuse. La Procura della Repubblica di Napoli, esaminati i risultati complessivi delle indagini condotte dai Ros e ritenendo che vi fosse il pericolo di fuga, il 15 novembre scorso ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto per associazione con finalità di terrorismo internazionale nei confronti appunto di Yamine Bouhrama, Khaled Serai e Mohamed Larbi.

Nei confronti del primo per aver diretto e organizzato il gruppo operante a Napoli e in altre zone del territorio italiano, coordinando l’attività dei membri della cellula italiana, in raccordo con i vertici dell’organizzazione transnazionale. Nei confronti del secondo per aver partecipato all’associazione mantenendo i rapporti con altri affiliati presenti nel territorio italiano ed in altri Paesi europei.
Nei confronti del terzo per aver partecipato all’associazione, assicurando l’approvvigionamento di dichiarazioni di ospitalità e certificati di residenza fittizi in Italia.

Relazioni personali e internazionali. Uno dei sospettati, Bouhrama Yamine, dopo essersi allontanato dalla Campania, frequentava spesso a Vicenza Serai Khaled, con il quale per un certo periodo aveva anche condiviso l’abitazione. Le indagini dei Carabinieri hanno documentato l’oltranzismo ideologico, sfociante nel sentimento antiamericano e innegiante alla Jihad, ma anche i trascorsi in Grecia e Turchia e la conoscenza, seppure superficiale, di materiali utilizzabili per la fabbricazione di esplosivi.

Secondo i Carabinieri è inoltre chiaro il carattere internazionale del circuito di relazioni dell’algerino, che aveva specifici collegamenti con soggetti sospetti residenti in Francia e Inghilterra.

Raccolta di fondi. Sarebbe documentato anche un costante interesse alla raccolta di fondi effettuata nella moschea di Vicenza, dove Bouhrama chiedeva puntualmente i conti dell’ammontare donato da ciascun fedele, precisando che parte del denaro raccolto avrebbe dovuto sostenere la causa palestinese.

Proprio Bouhrama, a differenza di connazionali maggiormente orientati all’evoluzione della situazione in Algeria, per gli inquirenti ha una particolare attenzione per le situazioni di paesi dove è più stridente la contrapposizione tra l’Islam e il mondo occidentale, come Bosnia, Cecenia e Iraq.

Documenti falsi e contatti con Londra. Attraverso Bouhrama Yamine i Carabinieri sono poi arrivati ad altri suoi connazionali, tra cui soprattutto Larbi Mohamed. Di Larbi Mohamed sono stati documentati il coinvolgimento nell’attività di falsificazione di documenti di identità e i suoi rapporti con persone nel Regno Unito. Tra questi alcuni erano già in contatto con Bouhrama ed erano stati identificati dalla polizia britannica al momento degli arresti compiuti a Manchester il 14 gennaio del 2003. Uno dei componenti la cellula indagata uccise un agente della polizia locale.

L’attività del Gspc. Le indagini, con la cooperazione internazionale tra forze di polizia, hanno poi svelato particolari sulla costituzione, l’evoluzione e l’attuale articolazione del Gspc, i suoi collegamenti internazionali e le più recenti attività terroristiche in Algeria. Secondo gli inquirenti l’organizzazione in questione è tuttora quella più pericolosa per potenziale umano e materiale, visto anche il collegamento di elementi della cellula indagata con la struttura islamista già individuata nel Regno Unito ed inserita nel cosiddetto “ricin plot” nei primi mesi del 2003.

(23 dicembre 2005)


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