Daniele Semeraro

Giornalista

I dati choc di Taranto infortuni +30% in un anno

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da REPUBBLICA BARI – pag. V

L´Inail: anche a Bari aumento del 5 per cento. Brindisi: -7 per cento
Il direttore Violante: “Sulla prevenzione c´è bisogno di una rete tra tutti i soggetti”

di DANIELE SEMERARO

«Come ogni volta che accadono tragedie del genere rimaniamo senza parole». Non usa mezzi termini Alfredo Violante, direttore dell´Inail per la Puglia, nell´apprendere la notizia dei due operai morti a Monopoli e commentando gli ultimi dati disponibili, che vedono la provincia di Taranto protagonista di un tragico record: rispetto allo stesso mese del 2005, gli incidenti sul lavoro denunciati a luglio sono aumentati di oltre il trenta per cento. «Mai come ora – continua Violante – c´è bisogno di una forte rete di tutti i soggetti che si occupano di prevenzione e sicurezza sul lavoro perché abbiamo bisogno di ottenere risultati significativi».
Alla preoccupazione si aggiunge poi quella che ormai può essere definita un´emergenza, e cioè il comportamento delle ditte appaltatrici.

I due operai, infatti, lavoravano in una ditta esterna alla quale erano stati affidati lavori generici e di manutenzione: «Questa è una tematica – spiega Violante – di cui si dovrebbe parlare di più. Per vincere gli appalti molto spesso le ditte che partecipano alle gare cercano di abbassare il più possibile il proprio prezzo, in modo tale da battere la concorrenza. Il problema vero, però, è che nell´abbassare i prezzi si abbassano automaticamente anche gli standard di sicurezza. Ne sono un esempio molti degli avvenimenti accaduti all´Ilva negli ultimi anni».

In Puglia gli incidenti sul lavoro sono ormai all´ordine del giorno, e se ne contano, prendendo in considerazione quelli più gravi, almeno uno al mese. Stando ai dati forniti dall´Inail, nella regione complessivamente il numero degli infortuni, andando a confrontare i dati di luglio 2006 con quelli dell´anno precedente, rimane stabile. Tra le zone a forte industrializzazione solo a Brindisi si registra una diminuzione: 7,91 per cento rispetto al 2005. A Bari infortuni aumentati di circa il 5 per cento, mentre nella zona di Monopoli, dove è accaduto l´incidente mortale di ieri mattina, c´è un incremento del 9,2 per cento. Il triste primato va però alla provincia di Taranto (dove ha sede l´Ilva): sino a luglio di quest´anno sono stati registrati 4.679 incidenti, a fronte dei 3.566 dello scorso anno, con un aumento record del 31,21 per cento. Numeri che suscitano sdegno e preoccupazione non solo tra le forze politiche e sindacali, ma soprattutto tra i diretti interessati, i lavoratori.

Sindacati compatti. «Giocare così con la vita umana? Non è possibile». È preoccupata Mary Rina, segretario generale della Cisl per la Puglia, secondo cui la Regione dovrebbe assumere come priorità la tutela delle misure di sicurezza, «che nei luoghi di lavoro vengono assolutamente trascurate».

Una situazione che, a detta del segretario della Cgil Puglia, Domenico Pantaleo, peggiora di giorno in giorno: «La vicenda di Monopoli – spiega – è solo l´ultima di una lunga serie. Ci troviamo davanti a un ulteriore segnale che ci deve spingere a intervenire, per garantire norme che consentano ai lavoratori di poter operare in sicurezza. Bisogna smettere – continua – di considerare i lavoratori come merce da sfruttare: c´è bisogno di un´operazione preventiva di vigilanza a tappeto. Spero che si possa aprire un tavolo di discussione con le organizzazioni sindacali e gli imprenditori: non possiamo più assistere a queste morti e continuare a commemorare le vittime».

Allarmato anche il segretario della Uil, Aldo Pugliese: «La nostra regione – denuncia – è il fanalino di coda del Paese per quanto riguarda l´applicazione delle norme di sicurezza sul lavoro. Queste – continua – vengono messe sempre di più al bando perché costano e richiedono un tempo per la realizzazione delle attività superiore al normale. Per questo motivo abbiamo l´obbligo di introdurre nuovi controlli, soprattutto sul sommerso: chissà quanti lavoratori in nero ogni giorno s´infortunano e noi non lo veniamo a sapere».


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