Daniele Semeraro

Giornalista

ACBC: “Ecco le nostre scarpe del futuro, totalmente ecosostenibili”


Abbbiamo visitato la sede milanese dell’azienda che si è data l’obiettivo di rivoluzionare il settore delle calzature rendendolo il più possibile ecosostenibile attraverso numerose iniziative green e una ricerca molto avanzata nel campo dei materiali e della circolarità dei prodotti

Anything can be changed, tutto può essere cambiato. È lo slogan che forma l’acronimo di ACBC, azienda che dal 2017 si è data l’obiettivo di creare la scarpa del futuro, totalmente sostenibile. E, a quanto abbiamo visto durante la nostra visita alla sede milanese, ci è riuscita. ACBC è un’azienda che vende scarpe (ma non solo, è in corso anche una ricerca nel campo dell’occhialeria degli orologi) sia con il proprio logo sia offrendo know-how ai colossi della moda, collaborando su singoli progetti ecosostenibili.

Com’è nata ACBC

ACBC è stata fondata da un manager della moda e da un designer specializzato in ecosostenibilità. La creazione che ha portato l’azienda alla ribalta internazionale sono le Zip Shoes, le scarpe con la zip, che sono formate da una suola e da una tomaia, separate e congiunte attraverso una zip impermeabile in grado di girare a 360 gradi. Subito definita la scarpa più sostenibile al mondo, permette di acquistare una sola suola e di cambiare stile ogni qual volta lo si desidera, modificando solamente la parte superiore. Da lì l’inizio di una ricerca continua sulle tecnologie e sui materiali per far diventare il settore moda sempre più sostenibile. “L’idea è nata applicando i principi di eco-design alla calzatura”, ci spiega uno dei fondatori (nonché Chief Sustainability Officer e Creative Director) di ACBC, Edoardo Iannuzzi. “Si tratta di principi che permettono a un prodotto di essere disassemblato, riparato e poi successivamente riciclato, quindi diventare circolare. I principi di eco-design e i materiali responsabili sono le due aree di maggiore expertise di ACBC, noi siamo stati i primi nella storia delle calzature a unire queste due sfere”. Il presupposto, ci raccontano, è che il settore moda ha un obiettivo molto ambizioso da raggiungere: ridurre del 50% la CO2 emessa entro il 2030. Per raggiungere questo difficilissimo traguardo è necessario applicare un metodo scientifico che permetta di misurare le emissioni prodotte da ogni singolo capo dall’inizio alla fine, da quando viene progettato a quando raggiunge il suo fine vita.

I materiali e le tecnologie

Per fare questo l’idea di ACBC è quella di utilizzare materiali sostenibili rispetto a quelli tradizionali, in grado di produrre meno emissioni e meno sprechi. Materiali che permettono di portare al ribasso l’energia utilizzata e la relativa CO2 emessa, creando delle scarpe, appunto, più sostenibili. Tre le caratteristiche fondamentali, ci spiegano, per i materiali utilizzati nelle scarpe: animal-free, bio-based e riciclati. ACBC crea prodotti diversi, interamente realizzati in eco-pelle e in materie prime naturali: tra queste, solo per fare alcuni esempi, scarti di mela, uva, alga, cactus, canapa, derivati da bottiglie di plastica, addirittura viene utilizzato un batterio che cibandosi di una soluzione zuccherina crea una sostanza gelatinosa. L’azienda ha anche creato un materiale chiamato FreeBio, simile all’ecopelle ma composto, tra le altre cose, di carbonato di calcio, polpa di legno e materiali riciclati, e una plastica 100% biodegradabile (“BeyondPlastic”) fatta di materiali bio, derivati da microrganismi, semi di ricino e gusci d’ostrica con cui realizzare i tacchi. Il tutto, e lo possiamo confermare avendo visitato lo showroom, senza tralasciare lo stile dei prodotti. “La scarpa – continua Iannuzzi – è talmente complessa che è più vicina a un elettrodomestico che a un capo di abbigliamento, perché contiene in sé numerosissimi prodotti, dalle plastiche alle pelle ai tessuti ai metalli. Per lavorare su un prodotto in maniera responsabile bisogna trovare alternative in tutte le famiglie dei materiali. La nostra idea è quella di unire due mondi: quello del riciclo e quello dei bio-based, concentrandosi allo stesso tempo sulla circolarità del prodotto stesso”.

Le collaborazioni e le certificazioni

ACBC, ci spiegano orgogliosi, nel marzo dello scorso anno è diventata un’azienda B Corp, prima società italiana certificata nel mondo delle calzature. Oltre ad avere un proprio brand l’azienda ha in corso oltre 30 partnership con colossi della moda, in un business model che si fonda sul principio della condivisione delle informazioni e del know-how per raggiungere gli obiettivi. “Se ci fossimo limitati a fare un nostro marchio avremmo avuto un impatto limitato; coinvolgendo tanti altri marchi e condividendo le nostre competenze tecniche su materiali, design e processi responsabili con il resto del settore riusciamo ad amplificare il nostro impatto positivo sull’ambiente”, ci spiegano. Dunque ACBC sta diventando uno dei riferimenti per tutte le aziende del settore calzaturiero che vogliono migliorare il proprio livello di sostenibilità o fare collezioni interamente sostenibili utilizzando “i materiali del futuro”. Ad oggi ACBC ha realizzato oltre un milione di prodotti, tutti certificati e accompagnati da una sorta di carta d’identità della sostenibilità. Prodotti che, al termine del proprio ciclo di vita, possono essere riportati all’azienda e convertiti in pavimentazione antiurto per i parchi giochi.


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