Daniele Semeraro

Giornalista

Addio a Paul Allen, cofondatore di Microsoft


“Mi aspetto che il personal computer diventi uno degli oggetti che le persone portano sempre con sé, uno strumento su cui prendere appunti, fare calcoli, gestire appuntamenti”, scriveva nel 1977 Paul Allen, ben prima che il computer come lo conosciamo oggi diventasse una realtà. E’ scomparso all’età di 65 anni per le complicazioni di un un linfoma non-Hodgkin. Un male tornato dopo la guarigione nel 2009 dallo stesso tipo di cancro che aveva sconfitto anni prima.

Classe ’53, figlio di un bibliotecario e di un’insegnante. E’ stato il cofondatore di Microsoft con Bill Gates. Insieme hanno rivoluzionato il mercato dell’informatica: è stato proprio Allen a coniare il termine Micro-Soft, scritto rigorosamente staccato, l’unione dei termini microcomputer e software. Ha lasciato la Microsoft nell’83 dopo divergenze con Gates e Steve Ballmer, amministratore delegato della società. Durante i suoi anni a Redmond ha contribuito alla creazione dell’MS-DOS e del software di scrittura Word. Il primo è stato il precursore di tutti i sistemi operativi che utilizziamo sulla maggior parte dei computer.

Nonostante la sua uscita Allen rimase una vera e propria forza nel mondo della tecnologia e della filantropia, investendo miliardi di dollari nelle avventure imprenditoriali più disparate, dal ritrovamento di relitti della Seconda Guerra Mondiale a scommesse in società spaziali. Proprietario di una squadra di basket di Portland, ha acquistato e poi portato alla vittoria del Superbowl la squadra di football dei Seattle Sewahawk. Ma di lui si ricorda soprattutto lo yacht, uno dei più grandi e lussuosi del mondo, l’Octopus: ben 122 metri. Appassionato di rock n roll, ha investito oltre 250 milioni di dollari nel museo dedicato al suo eroe Jimi Hendrix.

Tramite la Vulcan, fondata nel 1986, ha gestito insieme alla sorella numerose attività imprenditoriali e filantropiche. Ha donato oltre un miliardo di dollari a progetti per il territorio e ha ha fatto costruire l’Allen Institute per la Scienza del Cervello. Proprietario di 42 brevetti e ventunesimo uomo più ricco del mondo secondo Forbes, la sua ricchezza è arrivata a toccare quota 30 miliardi di dollari a fine anni Novanta per poi attestarsi – nel 2018 – a 21,7 miliardi.

“Quello che vedo nel futuro – prevedeva Allen quarant’anni fa – è un terminale connesso a una rete centralizzata di linee telefoniche in fibra ottica. Un sistema con cui magari mettere in vendita la propria macchina, cercare casa in un’altra città, controllare il prezzo degli asparagi al mercato”. Le sue previsioni si sono del tutto avverate.


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