Daniele Semeraro

Giornalista

Apple Developer Academy: “Infondiamo nella tecnologia i valori positivi della società”


Abbiamo partecipato alla cerimonia di consegna dei diplomi ai ragazzi della Apple Developer Academy di Napoli, entrando in contatto con le loro storie, i loro progetti, i loro sogni. In quella che la vicepresidente di Apple Lisa Jackson ha ribattezzato “la capitale italiana degli sviluppatori”

Infondere nella tecnologia i nostri valori. È il motto che accomuna studenti e docenti della Apple Developer Academy di Napoli, “scuola per sviluppatori” che nasce all’interno dell’area ex-Cirio di San Giovanni a Teduccio, appena fuori il capoluogo partenopeo, nel complesso dell’Università Federico II che ospita anche la facoltà di Ingegneria. Abbiamo avuto modo, con le telecamere di NOW, di visitare la scuola in occasione della consegna dei diplomi di fine anno e di scambiare due chiacchiere con Lisa Jackson, uno dei Vice President di Apple, che ha sottolineato come il coding, il pensiero computazionale e più in generale la programmazione, siano un linguaggio universale in grado di unire e, potenzialmente, fare del bene.

Che cos’è e come funziona la Academy

La Apple Developer Academy è stata inaugurata nel 2016 e da poche centinaia di studenti ora ne ha formati migliaia. La Academy fornisce agli studenti tramite tutor e docenti le basi per imparare a progettare un’app, a disegnarla, a produrla, a fare marketing, a renderla disponibile per gli utenti e a farne un business. Secondo una stima di Apple la scuola fornisce strumenti e formazione per trovare e creare lavoro nella crescente economia delle app per iOS che vale oltre 1,7 milioni di posti di lavoro solo in Europa. E grazie a un programma “Alumni” dedicato agli ex-studenti Apple mette anche a disposizione un piano di formazione e networking per il sostegno allo sviluppo di nuove imprese digitali. Come hanno ricordato il rettore dell’Università Federico II Matteo Lorito insieme al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e all’Assessore regionale alla Ricerca, all’Innovazione e alle Startup Valeria Fascione, intervenuti alla “Graduation” (qui la lingua ufficiale d’altronde è l’inglese), alle porte di Napoli è stato creato un vero e proprio distretto digitale internazionale dove si sta facendo la storia della Tecnologia, in grado di offrire un futuro a tanti giovani promettenti.

Napoli “capitale del coding”

Quello che fate, ha detto la vice president di Apple, responsabile per l’azienda delle Politiche ambientali e delle Iniziative sociali (nonché ex-amministratrice dell’Agenzia Usa per la Protezione dell’Ambiente sotto l’amministrazione Obama), è un esempio di come gli sviluppatori possano avere un impatto positivo sulla vita delle persone. “Credo che la tecnologia – spiega la Jackson a Sky TG24 – debba sposarsi con dei valori, questo è il segreto: servire l’umanità. E in un periodo come quello della pandemia che ci stiamo lasciando alle spalle, in cui la tecnologia ci ha aiutato a restare in contatto con i nostri cari, con la scuola, con il lavoro e con i medici, questi studenti hanno messo un’enfasi particolare nel portare i valori comuni nelle loro creazioni. In particolare – racconta – è bello vedere l’uso della tecnologia per aiutare le persone meno fortunate, come i sordi o i ciechi o chi ha altre disabilità. Ho molto apprezzato osservare gli studenti lavorare insieme alla comunità locale e alle associazioni per testare le app e trovare nuovi stimoli”. Infine, una parola sui ragazzi italiani: “Gli sviluppatori italiani così come i loro mentori sono speciali, i designer italiani sono speciali, le idee italiane sono speciali e insieme possiamo certamente essere più forti. Vedere i diplomi di tutti questi studenti e pensare che all’inizio erano poche centinaia è un sogno che si avvera. E possiamo certamente dire che Napoli è la capitale italiana degli sviluppatori”.

Le app degli studenti che più ci hanno colpito

In occasione della quinta “Graduation” e della visita di Lisa Jackson i ragazzi della classe 2021 (quella “più resiliente”, perché quella della pandemia) provenienti da venti nazioni del mondo hanno presentato le app più interessanti create negli ultimi mesi. Tra queste c’è Anne, un’app che prende il nome da Anne Sullivan, insegnante che ha assistito per anni la scrittrice Helen Keller e che si rivolge a 15 milioni di sordo-ciechi in tutto il mondo, dando loro la possibilità di comunicare utilizzando il codice Morse e lo schermo dello smartphone. L’app è stata sviluppata in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti ed è stata anche testata, con successo, da una studentessa non vedente.

Altra app che ci ha colpito molto è Remoria, sviluppata da un team di ragazzi italiani, russi e australiani: la principale caratteristica è quella di utilizzare l’intelligenza artificiale per aiutare le persone affette da Alzheimer allo stadio iniziale a riconoscere oggetti o animali. Per tenere in allenamento il cervello e rallentare la progressione della malattia attraverso una sorta di gioco interattivo (o esercizio cognitivo) l’app – sviluppata in collaborazione con Aima Napoli Onlus – permette di scattare una foto a qualsiasi oggetto e aiuta l’utente a riconoscerne il nome attraverso una serie di indizi.

Tra le altre app interessanti c’è Echo, che si propone – ci spiegano gli sviluppatori – come megafono per le associazioni che operano nel settore della sostenibilità, mentre Sokoro è un’iniziativa che aiuta gli IT manager del Malawi a fare assistenza ai device utilizzati dai bambini, anche nelle aree più remote, per studiare.

Trusteppy, in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi, aiuta le persone a identificare oggetti e ostacoli da evitare grazie all’iPhone, mentre Ubuntu Pathways

aiuta a tenere sotto controllo (in una sorta di registro elettronico) i progressi scolastici dei bambini che partecipano in Africa al programma Ubuntu.

Ancora, Litt permette di sapere, ovunque ci si trovi, dove sorgerà il sole, dove tramonterà, dove appariranno le ombre: un’app molto utile per fotografi, troupe televisive o cinematografiche, progettisti, architetti (ma anche semplicemente per chi cerca casa). Infine, i ragazzi del Team Nishi hanno digitalizzato in un’app per iOS un famoso gioco di carte orientale, Koi-koi, con lo scopo di portare la cultura orientale in Occidente. Il gioco è stato tradotto in sette lingue tra cui anche il giapponese e il coreano.


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