Daniele Semeraro

Giornalista

“Ecco come, grazie al digitale, sta cambiando il mondo della radio”


Qual è l’evoluzione della radiofonia grazie anche alle nuove tecnologie come il DAB? Come cambieranno le emittenti nei prossimi anni? Lo abbiamo chiesto a Eduardo Montefusco, presidente di DAB Italia e di RDS

La radio è un mezzo di comunicazione che, tralasciando le apparecchiature per l’ascolto e quelle per le trasmissioni, sembra non essere cambiato mai da 100 anni a questa parte. E invece ci sono stati tanti cambiamenti dal punto di vista tecnologico, a cominciare dall’avvento della radio digitale DAB. Come sta cambiando il mondo della radio, come si è modificato dopo la pandemia e con l’avvento dei podcast e, soprattutto, quali sfide affrontano le emittenti per rimanere al passo con i tempi? Ne abbiamo parlato con una delle personalità più importanti della radiofonia italiana: Eduardo Montefusco, presidente di presidente di DAB Italia, primo operatore di rete per la radio digitale in Italia, e di RDS Radio Dimensione Suono.

Come si sta evolvendo la radio e quali sono i vantaggi principali della radio digitale?

“La radio si è sempre adeguata all’innovazione e ha sempre cercato di cavalcare quello che di tecnologicamente avanzato si presentava al suo cospetto. Il vantaggio principale della radio DAB+ rispetto alla radio FM è che ha un suono perfetto, che è un po’ lo slogan di tutta la campagna di lancio del sistema digitale Digital Audio Broadcasting Plus. L’FM ha avuto una progressione disordinata mentre il sistema Digital Audio Broadcasting DAB ha avuto un’evoluzione ordinata con delle frequenze che ci sono state assegnate e con una pianificazione in base al nostro consorzio che comprende tutti i grandi player della radiofonia in Italia. Sono tanti i player che, come noi di Rds, hanno capito l’importanza di questa piattaforma evolutiva, perché il mondo della radio è sempre attento all’innovazione, alla tecnologia, a seguire gli stili di vita. Oggi c’è uno studio di GFK che segnala che sono oltre 8 milioni i possessori di ricevitore digitale DAB+ tra quelli domestici e quelli integrati nell’impianto infotainment dell’auto, e entro l’anno sorpasseranno la soglia dei 9 milioni”.

Quali sono i vantaggi e qual è l’evoluzione di questa tecnologia?

“Oltre al suono praticamente perfetto attraverso la radio digitale è possibile anche trasmettere le foto dei conduttori o degli artisti che vanno in onda, i titoli delle canzoni, messaggi di interesse pubblico. E poi il vantaggio del DAB è che mentre noi abbiamo avuto bisogno per coprire il 95% della popolazione del territorio di migliaia di ripetitori, con il sistema digitale DAB+ ne servono molti meno: attualmente con 170 ripetitori copriamo l’83%. Quando si affermò l’FM, la sua evoluzione fu il Radio Data System un sistema integrato ancora e operativo che cambiava automaticamente le frequenze man mano che ci si spostava anziché farle cambiare a mano all’ascoltatore. La differenza col sistema digitale DAB è che in alcune aree riusciamo addirittura ad avere un’isofrequenza: partendo da Roma o Milano e arrivando a Palermo o Catania non ci si accorge del cambio delle bande della frequenza digitale (e non bisogna neanche, aggiungiamo noi, ‘smanettare’ con la radio: tutto avviene in automatico, ndr). L’ipotesi che stiamo accarezzando tutti è in futuro – già altri paesi lo stanno facendo – di fermare l’FM e prediligere solo il sistema DAB”. 

Quali saranno secondo lei i prossimi cambiamenti importanti proprio dal punto di vista dell’evoluzione tecnologica della radio?

“Noi in RDS abbiamo un posizionamento da leader costruito in anni di lavoro sui formati radiofonici, che hanno avuto con noi sempre molto successo. Abbiamo deciso di investire sui contenuti, che tra l’altro possono essere utilizzati oggi anche quando si parla di podcasting: noi ne abbiamo realizzati una settantina ottenendo un successo incredibile. Attualmente la platea è quella dei millennial e della generazione zeta, che segue i contenuti audio ma anche quelli video prodotti dalle emittenti. L’evoluzione è proprio l’ampliamento dei contenuti audio e video, realizzati sempre più in modo multipiattaforma. Noi ad esempio abbiamo aperto una televisione, chiamata RDS Social Tv che grazie a un accordo con Facebook e Instagram ci dà la possibilità quando va in onda la canzone di un artista di vedere le ultime foto o gli ultimi commenti postati dall’artista online, e si andrà sempre più verso questo tipo di integrazione per cercare sempre più di soddisfare l’ascoltatore”.


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