Daniele Semeraro

Giornalista

In Sardegna dove nascono le smart cities


Viaggio all’interno del Joint Innovation Center di Pula, dove in collaborazione con il colosso cinese delle telecomunicazioni si progettano le città del futuro

di Daniele Semeraro, inviato a Pula (Cagliari)

Immerso nel verde, a un’ora di macchina da Cagliari, nei pressi di Pula sorge un centro di ricerca all’avanguardia, il CRS4 (Centro Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna). Grazie alla collaborazione della Regione Sardegna con il colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei (che dal 2016 vi ha investito 17 milioni di euro) all’interno del centro di ricerca è stato aperto il Joint Innovation Center, un laboratorio che ha l’obiettivo di realizzare infrastrutture sperimentali con cui verranno sviluppati servizi intelligenti per le smart cities, le città del futuro.

Cagliari smart city

“Il CRS4 – spiega Lidia Leoni, direttore del settore partnership strategica del centro di ricerca – è nato da un’idea della Giunta regionale trent’anni fa. Pensavano che un sistema del genere avrebbe permesso di creare un humus per sviluppare poi in Sardegna il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione: è stata una buona visione perché oggi Cagliari è considerata la silicon valley italiana”. C’è tantissimo fermento in effetti: il capoluogo sardo, con tante startup e piccole e medie imprese, si candida ad essere la prima smart city in Italia. Il controllo centralizzato del traffico, dei parcheggi, della concentrazione di turisti, delle chiamate al 118 è già realtà. E tutto passa attraverso i server del CRS4.

Le applicazioni intelligenti

Una cabina di regia, dunque, attraverso la quale gestire ogni aspetto della città attraverso telecamere e sensori. Quanti turisti sbarcheranno dalla prossima nave da crociera? E dove si dirigeranno per una visita alla città? Qual è il tasso di occupazione abusiva dei parcheggi per disabili? E quante persone utilizzano il mezzo pubblico anziché l’automobile per andare a lavorare? E, ancora: quali sono le strade più inquinate o dove c’è maggiore bisogno di pulizia? Sono tutti dati che grazie ai sensori e all’intelligenza artificiale arrivano sui monitor di sindaci o forze dell’ordine, in modo che possano essere prese le decisioni più utili alla gestione della città. Non solo decisori, anche i cittadini potranno accedere a tutta una serie di informazioni: quanti sono i medici presenti all’interno del pronto soccorso e quanta attesa è prevista per una visita? Oppure: quali sono le strade più trafficate e quelle dove c’è la maggiore possibilità di trovare un parcheggio?

Le città smart al servizio del cittadino

Sistemi pensati per migliorare la sicurezza e il benessere dei cittadini, che in molti casi sono già realtà. Basti pensare che nel 2020 la spesa globale legata a progetti di smart cities supererà i 34 miliardi di dollari, con oltre 20 miliardi di sensori installati in tutto il mondo. Tra gli altri esempi di applicazioni intelligenti figurano le telecamere che riescono a contare le persone presenti in un determinato spazio e che, ad esempio in occasione di grandi eventi, riescono ad avvertire le forze dell’ordine di eventuali sovraffollamenti o situazioni di criticità. Oppure il riconoscimento facciale e comportamentale di soggetti potenzialmente pericolosi. A regime, secondo autorevoli studi di settore (Gartner, McKinsey Global Institute) sarà possibile ridurre con le telecamere intelligenti fino al 10% degli incidenti urbani e fino al 40% di rapine e aggressioni. I sistemi di trasporto saranno più efficienti e calibrati verso l’effettivo bisogno degli utenti: si calcola che i tempi di attesa e di trasporto si ridurranno fino al 15-20%. Stessa cosa per quanto riguarda la sanità: con la presenza sul territorio del personale medico gestita dai computer si ridurranno i costi e soprattutto i tempi di attesa per visite e pronto soccorso. E poi c’è la sfida dell’ambiente, forse una delle più difficili da affrontare: sensori iperconnessi permetteranno di individuare gli sprechi, di ridurre le emissioni, di gestire in maniera più efficace lo smaltimento dei rifiuti. Un sistema del genere verrà applicato anche alla Terra dei Fuochi, con telecamere intelligenti in grado di videosorvegliare a distanza i luoghi più sensibili, di identificare targhe e automezzi, di dialogare con le forze dell’ordine e prevenire i reati.

La sfida della regione Sardegna

Un prototipo, quello del Joint Innovation Center – unico centro del genere in Europa – pronto ad essere esportato in tutto il mondo, adatto alle esigenze delle grandi città ma anche ai piccoli centri. “La Sardegna – spiega Giuseppe Fasolino, assessore regionale alla Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio – non può essere soltanto turismo: dobbiamo guardare al futuro, soprattutto a quello dei nostri giovani, sfruttando al meglio le nuove tecnologie”. L’assessore ci spiega che al momento è in corso uno studio che mira a combattere lo spopolamento delle aree interne della regione. “Il nostro obiettivo – continua – è una regione ‘smart’ con tutti i piccoli centri ‘smart’ collegati in rete, in modo tale da creare una serie di servizi e rendere più piacevole la vita di tutti i giorni, per combattere lo spopolamento dei centri stessi”.

Da Pula tecnologie innovative per salvare vite

Non solo città intelligenti. Al CRS4 sono molto orgogliosi anche per un lavoro svolto durante la tragedia dell’hotel Rigopiano, in Abruzzo. Grazie alla collaborazione con Huawei e con i Vigili del Fuoco, si è riuscito a supportare il lavoro dei soccorritori tramite un sistema satellitare messo a punto e installato proprio sul luogo del disastro che ha creato in pochi minuti una rete ad alta velocità, in grado di trasmettere audio e video.