Tra le sfide più importanti da affrontare nei giorni in cui la rete compie 50 anni c’è la lotta agli odiatori da tastiera, alle fake news, ai messaggi minatori. Un dibattito in pieno svolgimento anche in altri Stati d’Europa.
Dopo alcuni mesi di gestazione nasce oggi ufficialmente D@diquotes, un blog che vuole raccogliere le citazioni più curiose della nostra classe dirigente per non dimenticare – soprattutto nel momento delle scelte, in un Paese che va sempre più a rotoli, le malefatte dei nostri beniamini.
Si salvi chi può. In 17 anni di governo Silvio Berlusconi ha annunciato più volte il taglio delle tasse. Ma adesso, dopo anni di spese e immobilismo e dopo aver giurato che la crisi non avrebbe toccato il Belpaese, il Governo è stato costretto a un’ennesima manovra anti-crisi “lacrime&sangue” di ben 45,5 miliardi di euro. Mi ha particolarmente colpito l’editoriale di oggi di Massimo Gramellini sulla Stampa, un vero e proprio must.
In un bell’articolo sulla questione morale il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari ha ricordato le parole che Enrico Berlinguer ha pronunciato trent’anni fa a proposito proprio del tema della moralità in politica.
(dall’editoriale di ieri di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera)
UN DISPERATO QUALUNQUISMO
Non vanno bene le cose per l’Italia. Prima che ce lo dicano le statistiche – comunicandoci per esempio un dato lugubre: che nel 2010 il reddito pro capite degli italiani sarà in termini reali inferiore a quello del 2000 – ce lo dice una sensazione che ormai sta dentro ciascuno di noi e ogni giorno si rafforza.
L’agenzia funebre per soli gay? Un ministro dei trasporti senza patente? Un ubriaco che fa pipì sulla macchina della polizia? Il ladro sfigato di condom? Le notizie più incredibili ma vere dal mondo
Un esempio su tutti che denota l’enorme pantano e l’enorme difficoltà (soprattutto comunicativa) in cui si trova la Sinistra oggi? Il fatto di non essere mai riuscita a sfatare il mito che la destra abbassa le tasse mentre i democratici le alzano. In realtà, complice anche la ridicola lotta all’evasione, negli ultimi anni le tasse sono aumentate, e non di poco.
Eppure non dovrebbe essere così difficile comunicare le tante magagne e le tante bugie dei vari governi Berlusconi, soprattutto partendo da elementi così concreti e sotto gli occhi di tutti!
Due opinioni sullo sciopero di domani firmate Ezio Mauro e Fiorenza Sarzanini:
“Domani non usciranno i quotidiani, taceranno i notiziari televisivi e radiofonici per lo sciopero nazionale dei giornalisti contro la “legge bavaglio”. Può sembrare una contraddizione davanti ad una legge che limita la libertà d’informazione, firmata da un Premier che invita i lettori a scioperare contro i quotidiani. In realtà è un gesto di responsabilità dei giornalisti italiani per denunciare il governo e richiamare l’attenzione di tutti i cittadini sulla gravità di una norma che colpisce insieme la tutela della legalità, il contrasto al crimine e la libera e trasparente circolazione delle notizie.
Ecco come Renata Polverini ha festeggiato l’inaspettata elezione alla presidenza della Regione Lazio. In ogni caso, rispettiamo i risultati delle urne. Ma certo, quel saluto romano…
Vi siete mai chiesti da dove provenga, in italiano, la parola “candidato”? Viene dal latino candidatus, che per gli antichi romani era colui che aspirava a una carica dello stato, e compariva vestito in pubblico con una toga candida, appunto, a simboleggiare onestà e purezza d’animo. Sono passati duemila anni e i tempi sono cambiati. Ma, purtroppo, nella stragrande maggioranza di paesi del mondo continua ad essere in vigore questa regola, spesso non scritta. Che chi ha processi pendenti non deve aspirare a cariche pubbliche, e chi è indagato o – peggio – è stato condannato, si deve dimettere da queste cariche.
In Italia, invece, non funziona così. Nella XV legislatura, solo per fare un esempio, figuravano – secondo l’inchiesta “Onorevoli Wanted” (2006) di Peter Gomez e Marco Travaglio – almeno 25 pregiudicati, 26 imputati, 19 indagati. E adesso, probabilmente, la situazione è anche peggiorata.
È per questa semplice ragione che oggi scenderò in piazza a Roma, speriamo con altre centinaia di migliaia di persone, per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. In lui infatti s’incarna la principale anomalia italiana: un presidente del Consiglio, che rappresenta tutti noi nel nostro Paese e all’estero, indagato in diversi processi e citato addirittura da alcuni pentiti di mafia. Di certo le dimissioni non arriveranno. Ma intanto si scende in piazza, ancora una volta.