Daniele Semeraro

Giornalista

Sempre più scarso l’interesse dei genitori per i videogiochi. E i bambini rimangono da soli


Trascorrere un po’ di tempo con i propri figli mentre questi giocano al computer? È una gran perdita di tempo. O almeno questo è quello che pensano moltissimi genitori che hanno risposto a un sondaggio promosso dall’agenzia di stampa Associated Press e da Aol Games, che dimostra in primis come quattro genitori su dieci (il 43 per cento) non si soffermino mai a giocare al computer con i propri bambini e ragazzi. Non è tutto: un altro trenta per cento ammette di trascorrere solamente un’ora a settimana davanti ai videogames dei propri figli.

Se facciamo un rapido calcolo aggregando i due dati scopriamo che circa tre genitori su quattro giocano molto raramente (o mai) con i figli. Tra coloro che s’impegnano un po’ di più, i genitori giovani e i lavoratori part-time o freelance. Risultati, quelli del sondaggio, che fanno davvero riflettere. L’inchiesta – direte voi – è stata svolta negli Stati Uniti e non in Italia. Ma sono pronto a scommettere, purtroppo, che la situazione sia simile anche da noi.

Papà e mamme sempre più impegnati sul lavoro lasciano i figli sempre più soli davanti al computer e davanti alla televisione, con risultati altalenanti, perché è vero che i videogiochi (soprattutto alcuni) possono sviluppare la fantasia dei ragazzi e far loro scaricare un po’ di tensione, ma è anche vero che (soprattutto per i più piccoli) se questi non sono seguiti può scattare l’effetto emulazione. Che dire, allora, di quel bambino che tempo fa si buttò da un palazzo pensando di poter volare come il proprio personaggio dei videogames preferito? Di esempi del genere se ne potrebbero fare tantissimi.

Il fatto vero è che anche se giocare al computer può essere per i genitori una perdita di tempo (e magari anche una difficoltà nel saper utilizzare i giochi), questi dovrebbero a mio parere sforzarsi un po’ di più e passare più tempo con i loro figli, in un’attività che, se fatta bene, può diventare davvero formativa. Come vedete non stiamo – come sarebbe facile fare e come molti fanno – criminalizzando i videogiochi, perché come in tutti gli ambiti della vita l’importante è l’approccio che si ha con le cose. Allora rigiro una domanda ai lettori con figli: come vi comportate con i vostri ragazzi? Gli negate la possibilità di giocare, gli date campo libero oppure cercate di passare del tempo con loro?


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