Daniele Semeraro

Giornalista

L’uomo che odia i cinesi

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Odia da sempre i cinesi. Per questo un ragazzo romano da 8 anni mangia a sbafo nei loro ristoranti

Mangia nei ristoranti cinesi di tutta Italia senza pagare. Per anni. E viene sempre assolto. La notizia, incredibile, è stata riportata alcuni giorni fa da un’agenzia di stampa. E noi de lo Stivale Bucato non potevamo non occuparcene. Ma andiamo con ordine. L’uomo – che agisce sempre alla stessa maniera – si siede a tavola e ordina antipasto, primo, secondo, contorno, birra, dolce e caffè. Poi, quando arriva il conto, si presenta alla cassa e si rifiuta di pagare. Il motivo? Perché – testuali parole – prova “da sempre un profondo odio per i cittadini cinesi“.

Vittime del “vendicatore”, infatti, sono esclusivamente i ristoratori con gli occhi a mandorla. Colpevoli, a suo avviso, del fatto che nel loro Paese (e anche nel nostro) i lavoratori vengano spesso sfruttati oltre ogni limite umano. Quale modo migliore per vendicarsi, allora, se non quello di andare a mangiare nei loro ristoranti rifiutandosi di pagare? “Ho mangiato a sbafo praticamente in tutti i locali gestiti da cinesi della Capitale, e in molti altri esercizi in Italia”, ha spiegato Alex. “Il mio comportamento rappresenta una forma di protesta contro lo sfruttamento del lavoro, spesso anche minorile, operato dai padroncini cinesi a Roma” come in Cina.

Sono circa otto anni che Alex, 33 anni, mangia nei ristoranti cinesi e non paga. Un atteggiamento che inevitabilmente si conclude con la chiamata delle forze dell’ordine da parte del titolare del ristorante. L’uomo però, invece che tentare la fuga, spesso finisce anche di bere il caffè, in attesa dell’arrivo della polizia o dei carabinieri. Perché? È presto detto: una volta verificato il mancato pagamento, gli agenti lo accompagnano in commissariato per redigere la querela per insolvenza fraudolenta sporta dal ristoratore. L’accusa, però, non prevede né l’arresto né il fermo… e quindi nessuna applicazione di misure cautelari! Tra l’altro fino ad ora i processi penali in corso, tutti per insolvenza fraudolenta, sono stati o azzerati dalle legge sull’indulto oppure sono caduti in prescrizione.

Ma chi è esattamente Alex? Andando a indagare si scopre che la sua storia è davvero singolare. È il figlio di un ricco industriale tedesco e di una donna italiana che vivono tra la Germania e l’isola di Ischia; lui, invece, da tempo risiede da solo a Roma. All’inizio il padre saldava “pazientemente” i conti che il figlio non pagava; alla fine però, stanco del suo atteggiamento nei confronti dei cittadini cinesi, ha deciso di non pagare più. E così ha assunto al figlio un avvocato penalista a tempo pieno e ha deciso di pagargli “solamente” i conti degli alberghi nei quali dorme nel centro storico della Capitale (hai detto niente!).

Il ragazzo, tra l’altro, essendo stato diseredato dal padre, non avendo intestato alcun bene e non lavorando, risulta nullatenente: per questo nonostante le denunce non può pagare i conti. La sua azione di solidarietà nei confronti dei poveri lavoratori sfruttati è infatti l’unica sua occupazione a tempo pieno. Alex, qualche settimana fa, si è anche recato direttamente a Pechino per manifestare la propria solidarietà al popolo tibetano perseguitato dal governo cinese, ma al momento – evidentemente – senza ottenere molti effetti positivi.

Una raccomandazione: ora che sapete – se, come noi, non lo sapevate – che non pagare il conto al ristorante non comporta una pena eccessivamente grave… mi raccomando non andate a mangiare a sbafo nei ristoranti della vostra città dicendo che ve l’hanno consigliato i giornalisti de lo Stivale Bucato!


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