Daniele Semeraro

Giornalista

"Così nascono le mie carte da gioco". L'inventore racconta


L’anniversario della manifestazione che quest’anno annovera tra gli ospiti Alex Orlandelli, uno degli illustratori più apprezzati di carte per giochi di ruolo

“Lucca Comics”, il mondo è fantasy
quarant’anni di sogni e fumetti

di DANIELE SEMERARO

LUCCA – A dispetto dell’età sono due eterni bambini. Lui è Alex “Horley” Orlandelli, 36 anni, ed è già una celebrità tra gli appassionati del settore pronti a sborsare centinaia di euro per accaparrarsi i disegni originali di questo ‘maestro’. Lei (anche se il riferimento può sembrare improprio), invece, è una manifestazione: “Lucca Comics and Games 2006 ” che festeggia i suoi 40 anni. Alex, barbetta e occhiali scuri, è uno protagonisti della rassegna.

L’illustratore, come ci tiene a precisare, è stato per anni il creatore dei disegni che appaiono sulle carte da gioco “Magic”, ora ha accettato la sfida di disegnarne un altro appena uscito: “World of Warcraft” che già spopola tra gli appassionati. Gli stessi che stanno invadendo pacificamente il cuore della città toscana dove si consuma uno degli appuntamenti più intriganti e importanti del settore dove si mischiano fantasy e tecnologie, musica e sfilate grazie alla presenza dei “cosplay” un esercito di giovani che si travestono assumendo le sembianze dei loro eroi, siano essi dei fumetti, dei cartoni animati e del cinema. E così agli angoli delle strade è possibile incrociare un mondo fatto di elfi, orchi e guerrieri.

Orlandelli, provi a spiegare in cosa consiste il suo lavoro?
“Quello che faccio è un lavoro duro dal quale però ricevo molte soddisfazioni. Creo immagini per le copertine delle figurine dei giochi di ruolo. La casa produttrice mi dà l’idea del tipo di carta che bisogna realizzare. Faccio qualche bozzetto e lo propongo. Se approvato, nel giro di uno, massimo tre giorni, consegno la carta”.

Il computer ha ormai un ruolo fondamentale anche in questo settore. Qual è il suo rapporto con le nuove tecnologie?
“Buono, anche se devo confessare di essere rimasto tra i pochi a disegnare e dipingere tutto a mano. Il computer lo uso solo per inviare i miei lavori alla casa produttrice. Ma il mio non è un capriccio, piuttosto una questione di soddisfazione personale. Il computer può certamente aiutare nel lavoro ma, dal mio punto di vista, i disegni realizzati elettronicamente risultano troppo freddi e artificiali”.

“Meglio, allora, che ci sia quello che gli americani chiamano ‘happy accident’, cioè un tratto o una tonalità di colore venuti per caso che possono dare quel tocco in più di freschezza e originalità. Ed è anche una forma di rispetto per i collezionisti e gli appassionati in genere. Loro ci tengono molto che la carta sia disegnata in un certo modo. Poi, sempre a proposito del computer, devo aggiungere che questo non può colmare lacune, nel senso che se non si sa disegnare a mano, molto probabilmente il disegno non verrà bene nemmeno col computer”.

Come si fa a diventare disegnatore di carte e giochi di ruolo?
“È un lavoro che piacerebbe fare a tanti ragazzi, ma bisogna mettere in conto che non ci si ferma mai: lavoro 8-10 ore al giorno compresi il sabato e la domenica. È una scelta di vita. Mi sono diplomato al liceo artistico e poi ho frequentato l’Accademia di Brera: per fare un lavoro del genere, come per tutti i disegnatori, c’è bisogno delle basi di anatomia e figura umana, e come un regista è necessario acquisire nozioni per guidare l’occhio di chi guarda. Lo studio e la pratica sono elementi fondamentali. Mi piace dare consigli, in tanti vengono da me proprio per questo, ma non mi sento un artista completo, sento che sto ancora imparando”.

Il gioco di carte di “Warcraft”, ambientato nel mondo fantasy, è uno dei pochi esempi di commistione tra videogioco online e gioco di ruolo e sta avendo un grande successo. In appena un giorno di prevendita alla fiera di Lucca le scorte sono esaurite. Questo tipo di carte, spiegano i ragazzi, ha un grande potenziale: per vincere, infatti, non basta semplicemente l’abilità, ma sono necessarie l’intelligenza (come un gioco di scacchi, in cui rischio e bluff non sono trascurabili) e alcune nozioni di matematica: per battere il proprio avversario bisogna fare molti calcoli.

Magari come quelli del ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, che per l’occasione ha speso più d’una parola per “Lucca Comics and Games” rilanciando l’idea che si tratta “di un intrattenimento sano che fa uscire i ragazzi dall’isolamento proiettandoli verso una dimensione di protagonismo collettivo”. Il gioco di ruolo è anche questo. Un modo per sognare e che fa bene alla mente…

(4 novembre 2006)

(Nella foto: Horley a lavoro)


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