Daniele Semeraro

Giornalista

I DAC e la musica al massimo della qualità: abbiamo provato Dragonfly Cobalt


Non tutti sanno che per ascoltare i brani in altissima qualità non bastano delle buone cuffie. Servono, invece, delle buone cuffie analogiche a filo e, soprattutto, degli apparecchi in grado di convertire la musica digitale

Lo dichiariamo subito: questo è un articolo dedicato ai puristi dell’audio, ai veri amanti della musica e, volendo allargare, a chi vuole ascoltare la musica al massimo della qualità. Partiamo da quella che è ormai una realtà: sono rimasti in pochi ad ascoltare la musica con le cuffie ad archetto (quelle, dunque, che avvolgono la testa) e non con le cuffiette, e sono sempre più gli ascoltatori che scelgono prodotti senza fili, che ormai le aziende sfornano in continuazione. Ma la miniaturizzazione delle cuffie e, soprattutto, il fatto che siano senza fili sta facendo abituare l’orecchio umano a un ascolto della musica a una qualità inferiore a quella che la tecnologia di oggi offre. A spiegarlo è il direttore marketing e comunicazione di Audiogamma Giancarlo Valletta, grande conoscitore del mondo della musica e dell’audio, a cui abbiamo chiesto consigli su come ascoltare meglio la musica.

La musica al massimo della qualità

Ma qual è la differenza tra un ascolto “normale” con cuffiette Bluetooth, in auto, con le casse del computer e quella “di alto livello”? “È una questione di espressione artistica – esordisce così Valletta durante la nostra chiacchierata – perché meglio si sente il brano e più si apprezzano le sfumature che ha inciso il musicista o il cantante. Si tratta – aggiunge – di una differenza ‘di respiro’, perché si riescono a sentire tutte le sfumature della musica, dal silenzio in poi. Il celebre direttore d’orchestra Barenboim scriveva in un libro che l’elemento più importante della musica è il silenzio”. E quello che si riesce ad apprezzare di più in un file a risoluzione sempre più alta è proprio la differenza tra il silenzio e quelle piccolissime sfumature che altrimenti non si riuscirebbero ad apprezzare, perché un file più è compresso e più al suo interno viene effettuato da un algoritmo un taglio tra il silenzio e la prima nota udibile. Ma allora come facciamo ad ascoltare la musica sempre più in purezza?

Che cos’è e a cosa serve un DAC

Per risolvere questo problema ci viene incontro un apparecchio chiamato DAC. Ce ne sono di tutti i tipi, grandi e piccoli. Noi abbiamo provato il Dragonfly Cobalt di Audioquest. I DAC non sono altro che apparecchi che si inseriscono tra il device che produce la musica (il computer, il cellulare) e il device che permette di ascoltarla (come le cuffie) e sono in grado di convertire la musica digitale in un segnale adatto a “pilotare” qualsiasi tipo di device audio, che sia una cuffia, un amplificatore o una coppia di casse amplificate. Si tratta, dunque, di uno strumento molto utile per chi vuole ascoltare bene e al massimo della qualità la musica digitale. Un DAC, però, non basta: a questo, infatti, va accoppiata una cuffia con filo, possibilmente ad archetto. “La cuffia Bluetooth – ci spiega ancora Giancarlo Valletta – è estremamente comoda perché ci dà la possibilità di avere una connettività senza fili; purtroppo però il passaggio attraverso il Bluetooth esclude l’audio a risoluzione molto alta e la qualità massima raggiunta è quella del CD. Se vogliamo sfruttare appieno le piattaforme che al momento offrono musica in altissima qualità come Qobuz o Tidal, per citarne un paio, dobbiamo per forza utilizzare un collegamento a filo con una cuffia esclusivamente analogica”. Se, dunque, al contrario utilizzeremo musica in altissima qualità senza DAC e senza una cuffia a filo, il segnale che arriverà al nostro orecchio sarà comunque un segnale riconvertito e degradato. Nella nostra prova abbiamo usato la cuffia Philips Fidelio X3.

Dragonfly Cobalt

Il Dragonfly Cobalt di Audioquest, distribuito in Italia da Audiogamma, è il non plus ultra dei DAC portatili (è grande quanto una pennetta USB): è in grado, infatti, di convertire una vasta gamma di formati audio provenienti dal computer o dallo smartphone e, allo stesso tempo, presenta un amplificatore per cuffie di alta qualità. L’apparecchio è collegabile a uno smartphone, a un computer o un tablet da una parte e a cuffie o addirittura impianti stereo dall’altra. Tra le altre caratteristiche, sul circuito di alimentazione è presente un filtro che migliora la schermatura ai disturbi provenienti dalle reti Wi-Fi, dal Bluetooth e dalla rete cellulare. Si tratta certamente di un oggetto per amanti della musica: il suo prezzo non è basso, di listino costa 299 euro. Per chi vuole avvicinarsi al mondo dell’audio di altissima qualità esistono però anche i modelli Dragonfly Black e Red. Il primo costa all’incirca 90 euro e chi lo prova sentirà comunque una differenza molto significativa; il secondo costa circa 160 euro e offre un maggiore e più sofisticato controllo del volume.

Pro e Contro

PRO
Permette di ascoltare la musica al massimo della qualità possibile
Ultraportatile

CONTRO
Prezzo un po’ alto (ma ci sono anche i modelli Black e Red che costano meno)


Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.