Daniele Semeraro

Giornalista

Smart tv “spione”? Secondo una ricerca alcuni nostri dati sarebbero a rischio


E se le televisioni “intelligenti” presenti nelle nostre case inviassero informazioni sensibili – senza la nostra autorizzazione – ai giganti del web? Una ricerca inglese e americana mette in luce come effettivamente alcuni dati escano dalle nostre case

Milioni di dispositivi connessi al web stanno entrando nelle nostre case. E tra questi, principalmente, ci sono gli assistenti vocali e le smart tv. Proprio le smart tv – le televisioni su cui oltre che vedere i tradizionali programmi si può navigare su internet e installare applicazioni – sono al centro di uno studio condotto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna dalla Northeastern University e dall’Imperial College di Londra. Secondo i ricercatori, dunque, tv di marche anche molto famose “spedirebbero” ai giganti del web piccoli pacchetti di dati riguardanti informazioni raccolte nelle nostre case. 

Le informazioni che fuoriescono

Non è chiaro quanto sia vasta questa esposizione di informazioni. Analizzando attentamente il traffico di rete i ricercatori hanno concluso che le informazioni che fuoriescono senza autorizzazioni indicherebbero la marca e il tipo di tv che abbiamo in casa, la nostra posizione geografica e anche gli orari del giorno in cui interagiamo con essi. I giganti del web – anche se non siamo iscritti ai loro servizi di streaming – attraverso le nostre smart tv potrebbero, dunque, arrivare a scoprire se abbiamo vasta disponibilità economica e possiamo permetterci, ad esempio, televisori costosi, oppure gli orari in cui guardiamo i nostri programmi preferiti o la posizione della nostra casa. Dati che, se finissero nelle mani di malintenzionati, potrebbero crearci non pochi problemi.

La risposta dei big del web

Interpellate, alcune tra le aziende costruttrici di televisori o fornitrici di servizi internet e di servizi di streaming hanno spiegato che i piccoli pacchetti di dati che ricevono servono per capire quali sono le tv più utilizzate e quindi per verificare la compatibilità delle proprie applicazioni. Oppure – ancora – vengono utilizzati per poterci far accedere in maniera più veloce ai nostri account direttamente dalla tv. 

Serve una regolamentazione?

Certo è che i dispositivi connessi si moltiplicano di giorno in giorno e che aumenteranno ancora di più con i nuovi standard 5G e Wi-Fi 6: per questo è necessario ancora di più vigilare affinché tutto ciò che apprendono – pensiamo solo agli assistenti vocali, che ascoltano in continuazione tutto ciò che succede in casa – non finisca nelle mani sbagliate.


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