Daniele Semeraro

Giornalista

Un reportage invenduto, un Paese di merda

,


I lettori più attenti e gli amici più fidati ricorderanno sicuramente del mio viaggio in Ucraina nel febbraio scorso. Un viaggio molto bello, di cui ho anche tenuto un diario proprio su questo sito, fatto insieme al collega fotografo Jan Zappner e finanziato in parte dell’Unione Europea per un progetto di giornalismo internazionale di Cafe Babel. Un progetto chiamato “Babel Reporter” per “incentivare la conoscenza” di giovani giornalisti e fotografi di diversi Paesi europei che vogliano effettuare reportage nelle aree che si affacciano all’Europa. Scopo del viaggio, quello di scrivere un reportage da vendere, poi, nel proprio Paese.

Non ho la presunzione di essere Montanelli, ma in effetti il reportage credo sia molto interessante, un argomento di cui non si parlato mai in Italia in un’area, quella dell’Europa dell’Est, di cui si sta parlando tantissimo in questo periodo. Ebbene: l’ho proposto praticamente a tutte le riviste italiane (dopo una lunga e accurata analisi di tutte le riviste presenti nel nostro Paese), e davvero pochissime mi hanno risposto (perché – ovviamente – sono giovane e non ho nessuno alle spalle che spinge le cose che faccio).

Tra queste: l’Espresso (“possiamo dedicarti solo una pagina”), Tempi (“interessatissimi”, poi spariti all’improvviso) e soprattutto Internazionale. Ho avuto modo di fare lunghe chiacchierate col direttore Giovanni De Mauro che, interessatissimo, mi ha chiesto di adattarlo alla loro rivista. Ho riadattato il testo e atteso invano tutta l’estate per una risposta. Ma alla fine, su mia sollecitazione, mi è stato detto che “il reportage è interessantissimo, ma purtroppo la redazione ancora non sa come comportarsi con i contributi provenienti dall’Italia” (il loro è un giornale che pubblica i reportage più importanti da tutto il mondo).

Restano un reportage invenduto in un Paese che non crede più nei giovani, una grande delusione e la sicurezza che, andando avanti così, le cose non cambieranno.


Una risposta a “Un reportage invenduto, un Paese di merda”

  1. Avatar jakfoto

    caro amico,
    non scoraggiarti e non perderti d’animo, ma tieni duro e soprattutto vattene dall’ Italia.
    Solo in uno stato di mafiosi come questo possono succedere cose del genere, qui andiamo avanti a mazzette …… quindi non c’è da stupirsi se ti succedono cose del genere.
    Io ti consiglio di continuare con la tua strada ma rivolgi i tuoi sforzi fuori da l’Italia.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.