Daniele Semeraro

Giornalista

I 10 motivi (di Microsoft) per cui le imprese non dovrebbero usare Google Apps


La guerra tra Microsoft e Google è destinata a giocarsi principalmente sul campo delle applicazioni da ufficio. La suite di Google, Google Apps sembra stia prendendo sempre più piede nei confronti del rivale Microsoft Office (soprattutto per il fatto di essere gratuita), e così Microsoft è corsa ai ripari stilando una classifica dei dieci motivi per cui le aziende non dovrebbero utilizzare i prodotti Google.

Una scelta molto probabilmente presa dopo l’importante acquisizione, da parte di Big G, di CapGemini, che aiuterà Google a vendere Google Apps Premier Edition (Gape) alle imprese. Andiamo a vedere, dunque, alcune tra “le dieci domande che le imprese dovrebbero porsi nel passare a Google Apps” (=ovvero, i dieci motivi, secondo Microsoft, per non passare).

Primo motivo: la storia insegna che Google spesso lancia sul web prodotti incompleti (chiamandoli Beta) e poi rilascia aggiornamenti secondo un calendario che nessuno conosce. Secondo: Google sponsorizza il prezzo molto basso delle proprie applicazioni, insieme all’assenza di spese per l’hardware, lo storage e la manutenzione degli apparecchi. Ma se Gape viene usato come complemento di Office, allora ci sarà bisogno comunque di hardware, storage e manutenzione.

Le applicazioni di Google, poi, funzionano solo in un impresa che non ha gerarchie tra gli utenti e dove i dipendenti sono sempre connessi: nelle imprese normali quasi nessuno lavora in questo modo. Ancora: le applicazioni di Google non hanno alcune funzioni essenziali, come ad esempio la possibilità, nel word-processor, di scrivere un’intestazione/piè di pagina, di inserire tavole dei contenuti o note a margine, e così per aggiungere questo tipo di informazioni bisognerà utilizzare altri sistemi, con conseguente perdita di tempo.

Ancora: le aziende devono spesso pensare alla propria privacy e alla propria sicurezza; affidandosi a Google non possono però contratollare i propri dati, che anzi vengono conservati per anni in chissà quali server senza possibilità di accesso. E cosa succede se i server di Google andassero down o fossero “hackerati”?

Da notare che nella lista non viene mai annoverata la parola “collaborazione”, vera e propria potenzialità, invece, delle Google Apps. Qui la lista completa delle dieci motivazioni (in inglese). Mi piacerebbe sentire il vostro parere sull’argomento: che qualcuno a Redmond abbia iniziato a preoccuparsi per la perdita di predominio nel campo delle applicazioni da ufficio?


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