Daniele Semeraro

Giornalista

Il traffico è impazzito? L'aiuto arriva dal pc



Un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna ha creato un sistema che permette di migliorare la viabilità e prevedere i flussi urbani di auto e pedoni

Traffico impazzito e ingorghi, addio
il pc diventa esperto di mobilità

Il software è già stato applicato, con successo, a Rimini, Milano e Senigallia

di DANIELE SEMERARO

ROMA – Migliorare la viabilità urbana di un quartiere? Decidere se intensificare una linea di autobus o crearne una nuova? Scegliere se dare l’autorizzazione a costruire un ipermercato in una strada piuttosto che in un’altra? Sono gli interrogativi – spesso molto complessi – che ogni giorno si pongono sindaci, assessori ai trasporti e esperti di mobilità. Da oggi, però, gli “addetti ai lavori” possono contare su un aiuto in più: “Mobilis”. Il sistema, progettato dal gruppo di Fisica dei sistemi complessi dell’Università di Bologna guidato da Bruno Giorgini, simula i flussi urbani. L’obiettivo? Progettare – spiegano i ricercatori – una mobilità sostenibile, “non solo perché ha bassi livelli d’inquinamento, ma anche perché diversi mezzi di trasporto concorrono a una mobilità comoda, fluida e bella”.

“Mobilis” (ma non è l’unico, esistono anche “Campus”, che si occupa nello specifico di mobilità pedonale e “Automobilis”, che studia i flussi veicolari) è un sistema informatico che si basa su un modello fisico-matematico che integra una mappatura dettagliata di una città, insieme ai dati sul trasporto pubblico, quello privato e sulle diverse abitudini sociali dei suoi abitanti. Una volta inseriti tutti i parametri, il software è in grado di prevedere come la mobilità si modifica in risposta a diversi cambiamenti o all’inserimento di elementi di disturbo come nuove strade, nuovi palazzi o incidenti stradali.

“Per mobilità – spiega Bruno Giorgini – intendiamo la propensione di ciascun individuo a muoversi in un tessuto urbano secondo i propri obiettivi e le proprie esigenze. Questa è una caratteristica del singolo individuo, e noi, attraverso il computer, cerchiamo di simularla creando una ‘microdinamica’, una dinamica, cioè, che nasce dal singolo”. Il funzionamento del sistema non è eccessivamente complesso: il modello della città che si vuole studiare viene strutturato attraverso dei “cronotopi”, cioè dei punti di attrazione dove esistono attività calendarizzate. L’università, ad esempio, esercita un forte potere di attrazione al mattino, mentre una discoteca ha un potere di attrazione nullo durante il giorno ma molto alto di notte.

Inserendo nel sistema, poi, auto, pedoni e mezzi di trasporto pubblico, si opera la vera e propria interazione tra singolo individuo e città. Un’interazione che sarà fisica, perché l’individuo interagirà con gli altri, e decisionale, perché le persone dovranno scegliere, una in modo diverso dall’altra, la propria destinazione e il mezzo di trasporto utilizzato. Il potere di attrazione, così, determinerà il movimento dei cittadini, presenti nel modello come automi intelligenti capaci di operare delle scelte indipendenti. “Mobilis” è in grado di simulare l’intera mobilità urbana, il traffico, gli ingressi nei parcheggi ma anche il numero di persone presenti in una data ora su una strada.

“In questo modo – spiega Giorgini – si arriva ad ottenere quello che si chiama un modello di mobilità integrato che può andare da ambienti di poche decine di metri (come può essere la mobilità pedonale all’interno di una stazione ferroviaria o in uno stadio – l’applicazione è stata sperimentata a San Siro a Milano e alla stazione Fs di Rimini) fino alla mobilità automobilistica di una città (la sperimentazione, terminata da poco, si è svolta sulle strade del comune di Senigallia con alcune decine di migliaia di automobili).

L’obiettivo del lavoro, spiega il team di ricercatori, è quello di ottenere uno sguardo globale sulla mobilità, che è un fenomeno altamente complesso, e riuscire ad armonizzare le esigenze di tutti e i flussi di traffico: “Abbiamo sperimentato che la congruenza tra le osservazioni sul campo e il modello matematico sono andate molto bene. ‘Mobilis’ è stato applicato al centro storico di Rimini, e abbiamo scoperto gli stessi punti critici che avevano studiato, da tempo, i tecnici dell’amministrazione comunale. È stato applicato, ancora, al campus di Milano Bicocca, dove, insieme alla cattedra di Sociologia, abbiamo progettato un esperimento durato alcuni mesi su 156 traiettorie”.

A cosa può servire, nella realtà di tutti i giorni, creare tutto questo meccanismo? Gli usi, basta pensarci un attimo, sono tantissimi: il software può valutare l’efficacia di una ristrutturazione, può indicare gli effetti di un evento critico, può suggerire soluzioni di emergenza e costituire un elemento utile, se non fondamentale, per progettare interi quartieri.

Per quanto riguarda le situazioni di emergenza, in particolare, “Mobilis” può essere utilizzato ad esempio nelle “situazioni di crisi simulata”, dove si fanno riversare in strade decine di auto non previste e si studia come reagirebbe la mobilità globale di una città. “A Piacenza – aggiunge Giorgini – abbiamo svolto un esperimento insieme alla Protezione Civile simulando un incidente stradale e scoprendo quali erano le traiettorie più veloci per fare arrivare un’ambulanza. Ma non è tutto, perché il modello sarà applicato entro breve anche all’Università di Bologna, dove lavorano migliaia di persone ogni giorno, o alla città di Venezia durante il periodo del Carnevale, per cercare di capire le dinamiche tipicamente pedonali”.

Dobbiamo ricordare, infine, che per far funzionare i tre diversi sistemi non c’è bisogno di particolari attrezzature o computer estremamente potenti: si riesce, ad esempio, a ricostruire la mobilità di una città con 60km di reticolo urbano e diecimila automobili che si muovono rispettando il codice della strada su un normalissimo pc come la maggior parte di quelli che abbiamo in casa. Il prossimo obiettivo? È quello di rendere il sistema user-friendly – spiegano i ricercatori – cioè capace di dialogare con l’utente medio e non solo con gli esperti: attualmente, infatti, sullo schermo del computer i flussi di traffico sono visualizzati con grafici che riproducono strade ed edifici e con puntini di diversi colori che si muovono, in continuazione, in ogni direzione.

(24 aprile 2006)

(Nella foto: Rappresentazione al computer della mobilità pedonale e automobilistica a Rimini)


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