Daniele Semeraro

Giornalista

Affitti, il salasso dei fuorisede

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Studenti universitari, fino a 500 euro al mese per una stanza

Affitti, il salasso dei fuorisede

Il Forum di “Scuola&giovani” su Repubblica.it. L’Eurispes: se si aggiungono rette e libri gli studenti spendono 750 euro

di DANIELE SEMERARO

ROMA – Cantine spacciate per monolocali, tuguri da 500 euro al mese, abitazioni fatiscenti dove anche il bagno e il riscaldamento diventano un optional. Con l’arrivo della bella stagione inizierà, come ogni anno, il “calvario” degli studenti fuori sede: la ricerca di una casa. Un mondo oscuro, senza certezze e con mille imprevisti, dove i padroni di casa, contattati attraverso annunci e giornali di settore, diventano i padroni delle leggi e, soprattutto, degli affitti.
Secondo l’Unione degli Studenti Universitari, in Italia esistono circa 32mila posti letto in alloggi pubblici per studenti (i cosiddetti “studentati” o “case dello studente”), a fronte di oltre due milioni di universitari di cui alcune centinaia di migliaia fuori sede. E così per la maggior parte dei ragazzi non resta altro che cercare una stanza in una casa condivisa con altri colleghi.

L’argomento è tornato al centro dell’attenzione dopo un’inchiesta che Scuola&Giovani di Repubblica. it ha realizzato con l’aiuto dei diretti intressati: gli studenti delle scuole di giornalismo presenti sul territorio nazionale. E a una minuziosa ricerca dell’Eurispes. Il tutto è rimbalzato in un forum, aperto su Repubblica. it, che in due giorni ha già fatto registrare centinaia di denunce da parte di studenti e genitori. L’idea è nata leggendo l’ultima ricerca, in ordine di tempo, sull’argomento. L’hanno condotta gli studenti della Scuola di Giornalismo di Bologna e i risultati appaiono alquanto allarmanti: nel capoluogo emiliano la metà dei contratti di affitto (49%) non è in regola, e la quota si divide quasi equamente tra coloro che hanno un impegno senza valore legale e quelli che sono totalmente in nero.

La situazione, nel resto della Penisola, non cambia. Alle difficili condizioni abitative e ai soprusi dei padroni di casa (che alzano spesso i prezzi senza preavviso o rescindono il contratto da un mese all’altro) vanno aggiunti anche la retta universitaria, i libri di testo, i generi alimentari e i trasporti. Alla fine, calcola l’Eurispes nella ricerca del 2005 “Come ti spremo lo studente”, studiare lontano da casa può costare anche 750 euro al mese. Un prezzo proibitivo per la maggior parte delle famiglie.

Roma è forse il caso più eclatante: secondo una recente ricerca dell’Agenzia di Stampa “Lumsa News” per una stanza singola si sfiorano i 500 euro, e una doppia non si trova sotto i 350, con un aumento, dal 1999 ad oggi, che ha toccato addirittura quota 76%. Scrive un lettore sul forum di Scuola&Giovani: “Un’agenzia mi propone un ‘bivanì da 750 euro al mese. Mi trovo di fronte, in mezzo a un giardino, una capanna di circa 20mq, in tavole di legno con l’aria che filtrava dalle fessure. Però era arredata”. Stessa situazione a Milano e Venezia. A Firenze per un appartamento di due camere, scrive un altro ragazzo, si spendono in media 400 euro al mese, ovviamente in nero. A Siena una stanza può arrivare a 350 euro. Seguono Pavia (300 euro) e Parma (255 euro). Al Sud i prezzi scendono, ma non di molto. Da un’inchiesta della Scuola di Giornalismo dell’Università “Suor Orsola Benincasa” emerge che a Napoli i prezzi sono raddoppiati e molti appartamenti del centro sono vecchi, fatiscenti e non riscaldati. Meno cara Bari (230 euro mensili per una singola); Lecce ha visto raddoppiare gli affitti nel giro di tre anni, mentre a Cagliari la situazione è più tollerabile: 180 euro al mese. A Cosenza, invece, si riescono a trovare buone sistemazioni anche a 150 euro: “Merito dei tanti ragazzi – spiega ironico uno studente – che vanno a farsi spennare in altre università sulla carta più prestigiose”.

Il fenomeno della speculazione sugli affitti degli studenti, purtroppo, è difficile da estirpare: le associazioni degli inquilini non possono intervenire direttamente e così lo Stato può rilevare l’illecito solamente a fronte di una denuncia da parte dello studente, eventualità rarissima considerati i costi, in tempo e soldi, di una battaglia legale. E allora, cosa deve fare lo studente squattrinato che vuole andare a studiare in un’altra città? La risposta, ironica, arriva ancora una volta da uno studente nel forum: “Vivo in campeggio – scrive – con una bella tenda da sette posti: pago cinque volte di meno di un appartamento e vivo in completa armonia con la natura”.


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